Cosa vedere in Molise? Itinerario fra natura, arte e cibo
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Regalati il Molise, ne vale la pena! Vediamo insieme cosa vedere in Molise tra borghi, boschi, monti, castelli, mare, cascate, ma anche enogastronomia e tanti tanti sorrisi.

 

“Dove vai quest’estate in vacanza? In Molise!” alla mia risposta tutti coloro che mi hanno fatto la domanda classica del periodo estivo hanno sbarrato gli occhi e chiesto: “Ma perché?! Cosa vedere in Molise?!”.

E dunque alla prima domanda la risposta era semplice, il perché era determinato dall’aver vinto un soggiorno di quelli messi in palio dall’Associazione Amici del Morrutto (e di questo nome ne parleremo poi), un’idea geniale di cui ha parlato tutta Italia per mesi e che ha reso il Molise al centro delle cronache Italiane come non mai.

Le cose da vedere in Molise ho poi incominciato a percepire che sarebbero state tante, quasi troppe attrazioni per una sola settimana di vacanza. Quando ho incominciato a studiare il percorso su dove andare in Molise, anche io subito ho avuto i miei problemi a collocarla geograficamente. Ho dovuto rispolverare il mio atlante di scuola superiore!

 

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E anche la mia mente deformata da sommelier ha fatto fatica ad andare a scovare nella memoria quali erano i vini del Molise. Ricordavo di getto solo quella Tintilia che avevo in mente non tanto per averla assaggiata (sconosciuta come il Molise), ma per il nome così particolare che mi era per questo rimasto in testa.

In Molise cosa vedere? Dunque primo passo atlante, internet e maps per definire 7 giorni di itinerari per visitare il Molise con rientro quotidiano a San Giovanni in Galdo. Qui gli Amici del Morrutto (e amici sono poi proprio diventati) mi mettevano a disposizione un appartamento per una settimana.

 

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Cosa vedere in Molise? Ecco tutti i posti da visitare in Molise!

 

Giorno 1: iniziamo da Venafro

Chilometri, ben 607, quelli necessari per arrivare da Genova a Venafro, conosciuto come la porta del Molise, proprio perché è il primo comune che si incontra varcati i confini regionali.

Venafro è la quarta città della regione per abitanti. Qui c’è il primo dei molti castelli (ahimè per lo più chiusi) che campeggiano in cima alle decine di borghi che visiteremo in Molise. Sul punto più alto di Venafro si trova infatti il Castello Pandone, di origine longobarda. Ospita al suo interno il Museo Nazionale del Molise, custode di opere del territorio regionale di grande valore storico.

 

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Venafro – Molise da vedere

 

Venafro è conosciuta anche come la “città delle 33 chiese”, per il gran numero di edifici religiosi presenti, di cui alcune chiuse al culto e abbandonate. La concattedrale di Santa Maria Assunta, l’edificio religioso più importante, si trova ai piedi del Parco Oraziano, il parco regionale agricolo storico dell’olivo di Venafro. Tra i luoghi da visitare in Molise, merita una visita la chiesa dell’Annunziata, bellissimo esempio di architettura barocca.

Da un punto di vista enogastronomico, oltre all’olio, due i prodotti da ricercare a Venafro: la centrofoglie, o indivia scarola venafrana, e la Signora di Conca Casale, salume che si consuma tagliato a fette spesse, accompagnato dalla “pizza scimia”, cioè una focaccia realizzata con l’impasto avanzato dal pane, olio d’oliva e semi di finocchio selvatico.

 

Monteroduni

Dopo aver pranzato con una mozzarella di bufala locale squisita (qui siamo in linea d’aria non molto distanti dalla Campania), nell’itinerario alla scoperta dei migliori posti visitare in Molise muoviamo verso il secondo borgo previsto dalla tabella di marcia prima di arrivare a San Giovanni in Galdo, Monteroduni.

 

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Monteroduni – Molise cosa visitare

 

Paesino dalle vie lastricate e lucide che conducono in salita al secondo castello della giornata (e siamo appena partiti!) il Castello Pignatelli. Qui abbiamo la prima testimonianza di quella cordialità dei locali che ci accompagnerà per tutto il viaggio in Molise. Un verduraio ambulante vedendo il dispiacere per non poter visitare il castello, dal suo camion ambulante ci indica un campanello da suonare per farci aprire, se per caso il tenutario delle chiavi non stia riposando visto che è primo pomeriggio. Nulla da fare piena pennichella, peccato sarebbe stato una meraviglia farci aprire il castello solo per noi!

A Monteroduni avremo altre due testimonianze della socievolezza degli abitanti che, a vedere i turisti, si animano, chiacchierano e si offrono anche di fare da guida turistica. Una signora anziana seduta sotto un albero immenso al fondo del paese ci ha pure chiesto di fermarci un’ora per sentire la storia delle streghe del paese, peccato non avere il tempo per fermarsi, ci aspettano al comune di San Giovanni in Galdo per quello che scopriremo essere un vero e proprio comitato di accoglienza, quello degli Amici del Morrutto.

 

Luoghi da visitare in Molise con gli amici del Morutto

L’ Associazione Culturale “Amici del Morrutto” è nata nel 2017 con lo scopo di creare e sviluppare tutte quelle iniziative che avessero come obiettivo il recupero, per il riuso ed il rilancio del vecchio borgo “MORRUTTO” muro rotto – ovvero un dedalo di abitazioni risalenti all’anno mille, realizzate con materiali poveri.

L’Associazione presieduta dal giovane e brillante Stefano Trotta, nella primavera 2020, ha lanciato l’iniziativa “Regalati il Molise” mettendo in palio 40 soggiorni gratuiti nel paese per far scoprire cosa vedere in Molise e tutte le bellezze di questa sconosciuta regione d’Italia.

L’iniziativa in poco tempo ha ricevuto migliaia di richieste da Francia, Irlanda, Polonia, Ucraina ma anche da tutta l’Italia (Piacenza, Udine, Ferrara, Torino, Firenze, Bologna, Bergamo, Parma, Genova, Padova, Ragusa, Milazzo, Napoli..).

 

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E proprio Stefano era stato a chiamarmi ai primi di agosto per dirmi che ero uno dei fortunati vincitori, ed è stato Stefano ad accoglierci il 22 agosto a San Giovanni in Galdo insieme al sindaco del paese, Domenico Credico, e agli altri amici del Morrutto tra cui Pietro Geremia. Sindaco col tricolore, dolci tipici fatti in casa e spumante ci hanno fatto capire quale sarebbe stata l’ospitalità che ci avrebbe accompagnati per tutta la settimana, insieme al confortevolissimo appartamento in pieno centro storico, nella sede dell’ex società operaia, che ci è stato messo a disposizione per il nostro soggiorno.

Il giorno del nostro arrivo a San Giovanni in Galdo è anche il giorno della scoperta di “U vettare du Merrutto”, la trattoria del paese dove Lucia tutte le sere ci ha fatto scoprire i piatti e i prodotti del luogo, a partire da “pizza e minestra”, una minestra di verdure di campo accompagnata da una sorta di polenta dura di mais che ci delizierà come surrogato del pane per tutte le cene da Lucia.

 

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Lucia

 

Primo giorno finito, stanchi ma molto molto speranzosi sulle fantastiche cose da vedere in Molise per il resto della settimana, visto il bell’avvio con un 5 stelle (tutte le sere chiuderò la giornata assegnando le stelle da 1 a 5 a tutte le località viste) a Monteroduni e un 4 stelle a Venafro.

 

Giorno 2: Trivento

Domenica 23 agosto il giro dei posti da visitare in Molise prevede 4 tappe per totali 153 km. Si parte con Trivento così chiamato perché è esposto ai venti dell’est, del sud e del nord. Vi si accede tramite una salita che porta in cima al colle e proietta il visitatore in un’altra dimensione, dove a trionfare è la pietra.

 

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La scalinata di San Nicola a Trivento

 

E’ la scalinata di San Nicola, dove sfilano uno dopo l’altro ben 365 gradini, che si dice siano uno per ogni giorno dell’anno. Scalino dopo scalino si arriva davanti alla Chiesa di San Nicola, davanti alla quale si può ammirare una bella statua marmorea del Cuore Immacolato di Maria. A quota 150 scalini ci si può fermare su Largo di Porta Maggiore dove la visuale spazia sulla Trivento moderna e si perde sulla montagna circostante. A quota 175 una poderosa costruzione la costringe a diramarsi e dare luogo a Via Roma, una strada fatta di scale. Al 234esimo scalino si apre invece la grande piazza che ospita la Cattedrale, il Campanile, la chiesa della SS Trinità e la Curia.

La Cattedrale è l’altro simbolo cittadino, eretta su una preesistente basilica dedicata a San Casto. Ha subito nei secoli vari restauri ma custodisce tutt’ora preziosi tesori artistici tra cui la Cripta, situata a qualche metro di profondità sotto il transetto e il presbiterio, che segna il passaggio dal Tempio pagano, dedicato a Diana, al primo Cristianesimo.

 

Civitacampomarano

Ripercorsa anche in discesa la bellissima scalinata di Trivento si parte per la seconda tappa di questa giornata alla scoperta di cosa vedere in Molise, Civitacampomarano. Questo luogo doveva regalarci come attrazione principale il castello Angioino con l’imponenza delle due torri angolari di forma cilindrica, che limitano una cortina muraria, ornata da archetti pensili e impreziosita da un loggiato rinascimentale.

Peccato anche questo chiuso con un orario stranissimo (apertura dalla 18 alle 20…), ma Civitacampomarano ci regala invece un dedalo di stradine in saliscendi dove le case antiche sono in parte ristrutturate e in parte diroccate e dove sono i murales a farla da padrone tra colori e bianchi e neri che ricordano il festival degli artisti che ogni anno qui sono chiamati a rendere unico questo paese in gran parte distrutto dal terremoto, ma reso unico da questa iniziativa oltre che dal suo castello.

 

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Uno dei murales che colorano Civitacompomarano

 

Guardalfiera

Terza tappa Guardalfiera sicuramente non paragonabile ad altri posti da visitare in Molise, ma con una bella vista sul lago che cercheremo di raggiungere per un bagno (è molto caldo a fine agosto il Molise!) ma dopo tanto camminare ci renderemo conto che la vegetazione paludosa sconsiglia di immergersi, peccato!

 

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Larino

Ultima tappa della seconda giornata alla scoperta di cosa vedere in Molise è Larino. Questa cittadina è più grande rispetto agli altri borghi visitati nella giornata. Non la dimenticheremo per la spettacolare cattedrale dedicata a San Pardo e all’Assunta, gioiello del romanico, una delle più importanti dell’Italia meridionale con un bellissimo portale in caratteri gotici.

Mentre nell’elenco già lungo al secondo giorno della serie “Chiuso!” oltre ai castelli dobbiamo inserire anche le rovine dell’anfiteatro che si trova nel cuore dell’antica Larinum ed è stato realizzato tra l’ 80 e il 150 d.C. già tutto sprangato alle ore 17: ci dovremo accontentare di un giro intorno sbirciando fra le inferriate.

Qui l’anima del sommelier suggerisce una deviazione a D’Uva (dove volendo si può anche cenare e pernottare) e degustare non solo una pregevole Tintilia, ma anche il Biferno, altra bandiera vinicola del Molise.

A fine giornata 5 stelle per Trivento e Civitacampomarano, 3 stelle per Larino e 2 stelle (non me ne vogliano) per Guardalfiera.

 

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La Cattedrale di Larino – Cosa vedere nel Molise

 

Giorno 3: Bagnoli del Trigno

Lunedì 24 agosto ci aspettano 188 km e un cambio di scenario importante che ci porta verso i monti. La giornata inizia da Bagnoli del Trigno, diventata famosa per essere giunto al sesto posto tra i Borghi più belli d’Italia eletti dalla trasmissione televisiva Kilimangiaro su Rai 3.

Sarà che avevamo tante aspettative, sarà che il tempo è grigio, a noi la passeggiata per le vie del borgo e la salita al castello (anche questo ovviamente chiuso) non convince. Indubbiamente di effetto invece la vista del paese dal basso arroccato su uno sperone di roccia che sembra abbracci per non cascare giù che ce lo farà eleggere come “Il più bel borgo d’Italia visto da lontano (e dal basso)!”.

 

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Bagnoli del Trigno visto dal “basso”

 

Pietrabbondante

Da Bagnoli ci muoviamo per scoprire altre cose da vedere in Molise per strade in salita quasi montane verso Pietrabbondante, dove ci aspetta la seconda delusione della giornata.

Qui infatti l’attrazione principale è rappresentata dall’importantissima area archeologica con le rovine risalenti ai Sanniti, l’antico e fiero popolo che occupava il territorio molisano prima dell’affermazione del dominio di Roma. Neanche a dirlo chiuso, e come noi altri turisti (anche stranieri) dovranno girare i tacchi, svoltare verso il paese che non regala molto se non la bellezza del paesaggio, fatto di monti, pianori e valli ma neanche un posto dove pranzare!

 

Agnone

Con un po’ di delusione per la mattinata, muoviamo verso Agnone. Per fortuna ci regala un buon pranzo e una passeggiata nel borgo piacevole tra chiese romanico-gotiche e palazzo Nuonno (famosi i suoi leoni) a testimonianza nel passato di una importante comunità di veneziani.

Cosa vedere in Molise di imperdibile, per chi è da queste parti? A rendere famosa questa cittadina in tutto il mondo è la millenaria Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, che continua a produrre campane con la stessa tecnica usata fin dal medioevo. Lato prodotti tipici, sono da non perdere i formaggi, in particolare la produzione di paste filate, caciocavalli, mozzarelle, stracciate e il caciocavallo di Agnone prodotto fin dai tempi della Magna Grecia.

 

Santa Maria della Strada

Chiuderemo la giornata con quello che resterà uno dei più suggestivi posti da visitare in Molise, il santuario di S. Maria della Strada a Matrice, sulla sommità di un colle verde, non lontano dal tratturo che conduce in Puglia.

 

santa maria della strada
Molise da scoprire

 

Dichiarata monumento nazionale, è uno dei gioielli architettonici del Molise, costruzione in pietra di epoca medioevale caratterizzata da semplici linee, bassorilievi pregevoli ma soprattutto luogo dell’anima per l’intimità e il raccoglimento che ispira.

In chiusura di giornata, 2 stelle per Bagnoli del Trigno e Pietrabbondante, 3 per Agnone e 5 per Santa Maria della Strada.

 

Giorno 4: Roccamandolfi

Dopo i molti chilometri della giornata precedente, martedì 25 agosto scegliamo un percorso più vicino a San Giovanni in Galdo e che ci regalerà anche un po’ di trekking che tanto amiamo.

Roccamandolfi si presenta con un fitto intreccio di stradine e piccole case, che circondano la chiesa di San Giacomo. Poco distanti dalla chiesa è possibile vedere le quattro antiche unità di misura per granaglie, realizzate in pietra levigata e corrispondenti al “tomolo” al “mezzetto” al “quarto” ed alla “misura”.

 

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Cosa visitare nel Molise? Roccamandolfi

 

Questo paese conserva anche una delle croci viarie più belle e antiche del Molise, che presenta su un lato il Cristo sulla croce e sull’altro il Cristo seduto sul trono, nell’atto di benedire. Superando la parte alta del paese, seguendo un sentiero nel verde, si giunge al castello. Cosa fare in Molise? Qui molte le passeggiate nel verde che possono lasciare molto soddisfatti gli amanti del trekking.

 

Bojano

Stesse aspettative possono trovare soddisfazione a Bojano dove, dopo esserci accaparrati una scamorza molisana per il pranzo (ottima!) saliamo al borgo fortificato, detto Civita di Bojano, che sovrasta l’attuale centro abitato.

Ai piedi della vecchia fortezza, invece, all’interno di una cinta muraria in buona parte visibile, un complesso di piccole case e strette viuzze, in gran parte disabitato e una breve salita verso i resti del castello dove tra le rovine troveremo un’erba che cercavamo da tempo.

Se ci piace scoprire e visitare Molise vuol dire anche luoghi unici ed inaspettati. Vale una camminata il santuario di Sant’Egidio, posto a 1.000 metri di altezza tra i boschi di faggio del Matese e raggiungibile solo a piedi, seguendo un sentiero di montagna.

 

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Le gole dell’oasi di Guardiaregia

 

Guardiaregia

Da Bojano muoviamo una quindicina di km oltre verso Guardiaregia, oasi WWF dove l’attrattiva dovevano essere le cascate, ma purtroppo l’acqua dopo un inverno asciutto non c’è.

Tre i percorsi che si possono effettuare, carino in particolare il sentiero di San Nicola che porta alle Gole del Quirino. Qui è possibile fare anche arrampicata sportiva e ammirare dall’alto la gola e la cascata di San Nicola, dove l’acqua (ci fosse!) compirebbe un salto totale di ben 100 metri.

Dal punto di osservazione della cascata, uno dei più belli dell’oasi, si rimane affascinati dall’imponenza di monte Mutria e dall’immensità dei boschi di faggi che ricoprono tutta l’area. Seguendo un sentiero che parte un po’ più a monte appaiono all’improvviso tre faggi secolari, nominati “Tre Frati”.

 

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L’antico Tempio di Sepino

 

Sepino

Chiusura di giornata col botto a Sepino, che il New York Times ha inserito fra i 50 posti da visitare nel 2020. Da inserire senza dubbio nella lista di cosa vedere in Molise.

E’ la città antica a meritare qualche ora di visita: Saipins, risalente al periodo sannitico (IV sec. a.c.). Presenta ancora oggi resti di mura megalitiche di difesa e delle antiche porte di accesso, tra cui la suggestiva “Postierla del Matese”. Ma anche il teatro e l’antico tempio al tramonto parlano della bellezza del sito, dal silenzio che domina assoluto e dal vivace verde dei boschi. Poco distante si incontra il paese con il borgo medievale cinto da mura e, al centro, la chiesa di Santa Cristina, con un colonnato in pietra molto elegante e singolare. Bella anche la piazza dove ci siamo concessi un birrino di fine giornata.

5 stelle per Sepino e Roccamandolfi, 4 per Bojano e 3 stelle per Guardiaregia: una giornata indimenticabile!

 

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Il lago di Castel San Vincenzo

 

Giorno 5: Castel San Vincenzo

Mercoledì 26 agosto ci attendono di nuovo quasi 180 km per completare il giro previsto dalla giornata. Prima tappa Castel S. Vincenzo, che colpisce sin da lontano per il suo lago color turchese che dall’alto del paesino dà la sensazione di essere di fronte a un lago di montagna.

Da vedere nel centro storico la duecentesca Fontana Fraterna, la chiesa di San Francesco, con un bellissimo portale romanico, e quella di Santa Maria Assunta. Ma la perla di Castel San Vincenzo è la Cripta di Epifanio nell’antico monastero benedettino, uno dei più importanti del medioevo. Visitando l’area archeologica si ammirano in particolare gli affreschi della Cripta di Epifanio, tra i più importanti esempi di pittura altomedievale europea (l’accesso alla cripta di Epifanio è limitato, pertanto è opportuno prenotare la visita).

 

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Borghi da visitare in Molise

 

Cerro al Volturno

Da San Vincenzo ridiscendiamo la vallata verso Isernia fermandoci a Cerro al Volturno. È arroccato su un blocco roccioso, con le sue torri possenti che delimitano un castello (incredibilmente aperto!) diventato abitazione privata e ristorazione, e che domina le poche case più in basso.

 

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Cerro al Volturno

 

Uno scenario così suggestivo che ha meritato un francobollo della famosa serie sui castelli degli anni ‘80. Per raggiungere il castello è necessario attraversare le stradine del piccolo centro storico medievale, racchiuso da una cinta muraria del XIV secolo, di cui sono evidenti gli impianti delle torri nelle mura di alcune abitazioni, e che difendeva due piccoli borghi, edificati intorno alle due chiese, quella di Santa Maria Assunta e quella dei SS. Pietro e Paolo. Nella chiesa di Santa Maria Assunta da vedere alcuni quadri pregevoli.

 

Fornelli

Ridiscendendo ancora ci fermiamo a Fornelli che sarà l’unica vera delusione del Molise, un borgo brutto, maltenuto e con restauri che hanno forse tolto quel poco di bello che una volta forse offriva questa cittadina.

 

Isernia

Chiudiamo la giornata a Isernia, caratterizzata dalla lunga via che attraversa da un capo all’altro la città e famosa per la trecentesca Fontana Fraterna, ornata di marmi romani, che è il simbolo cittadino. La fontana si trova nella vivace Piazza della città dove accanto al Duomo torreggia un poderoso campanile, poggiante sopra l’Arco di San Pietro. Era questo arco una porta medioevale della città.

 

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La Fontana Fraterna di Isernia

 

Più avanti, oltre l’arco, passata Piazza Trento e Trieste, il rosso campanile e il portale romanico della distrutta Chiesa di Santa Maria delle Monache. Nei locali dell’antico convento della Chiesa hanno sede il Museo Sannita e la Biblioteca Civica. Entrambi sono la testimonianza della millenaria vita della città. Visitiamo anche la parte sotterranea di Isernia che presenta oltre ad alcuni resti della città antica, un interessate tratto di acquedotto romanico.

Stasera “tradiamo” Lucia e la nostra trattoria ormai di riferimento a San Giovanni e scegliamo per cena il Ristorante Nabucco che si rivelerà un scelta azzeccata con una buona qualità al giusto prezzo e dove riusciremo a gustare anche quello che è il prodotto tipico di Iserna, la cipolla, chiamata di San Pietro, dalla forma schiacciata e il bulbo bianco, che può arrivare a pesare fra i 200 e i 300 grammi.

Il sapore è particolarmente dolce e per questo viene spesso consumata semplicemente accompagnandola con del pane, e una delle ricette più comuni è la frittata fatta con abbondanti cipolle, chiamata cipollata. Io invece l’avrò come sugo del mio primo piatto di pasta fatta in casa: una delizia!

Alla fine di questa lunghissima giornata, 5 stelle per Castel S. Vincenzo, 4 per Cerro al Volturno ed Isernia, una sola stella per Fornelli.

 

Giorno 6: Ripalimosani

Dopo i tanti km della giornata precedente, giovedì 27 agosto è la giornata di San Giovanni in Galdo in quanto gli Amici del Morrutto ci attendono alle 16 per la visita guidata del paese e per una cena a sorpresa.

Prima tappa della giornata Ripalimosani (nome che sembra uno scioglilingua) e davanti al quale siamo passati diverse volte durante il girovagare della settimana alla scoperta di cosa vedere in Molise.

Adagiato su una roccia di arenaria e attraversato dal tratturo Lucera-Castel di Sangro, il borgo di Ripalimosani presenta diverse testimonianze artistiche e architettoniche interessanti, a partire dal Convento San Pier Celestino, risalente al X secolo, dove sono conservate importanti opere, con preziosi reliquiari all’interno, due quadri di fine 1500, il chiostro e il coro. Ma il cuore del paese è la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, risalente al 1400 circa, e il Palazzo Marchesale, edificato intorno all’anno Mille.

La chiesa è chiusa per “terremoto” (dopo le scosse del 2016 che sono seguite a quelle del 2002) ma un solerte assessore comunale che troviamo mentre rimiriamo il bel portale in legno della chiesa ci fa aprire dai muratori (inimitabili i molisani in quanto ad accoglienza!) anche se potremo rimirare ben poco dell’interno della Chiesa.

 

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Porta di ingresso a Oratino

 

Oratino

Dopo un bel caffè e tante belle chiacchiere con il gestore che non pare volerci più far andare via, proseguiamo verso Oratino. Dalla piazza Giordano affacciandosi sul belvedere è possibile ammirare la vallata del Biferno e godere del panorama su due fronti di questo che è appunto conosciuto come il borgo “bifronte”!. Il passeggio per il paese è piacevole a parte una orribile torre cisterna di stile mussoliniano che deturpa le belle stradine e case in pietra del centro.

 

Campobasso

Da Oratino il passo a Campobasso è breve anche se la salita in auto al Castello Monforte un po’ meno. Dall’alto è però possibile ammirare, anche internamente, il simbolo della città, il vicino santuario e l’antica chiesa di San Giorgio oltre che godere di un panorama stupendo.

Scendiamo poi dal monte a piedi verso la nostra tappa di pausa pranzo, la famosa osteria “La Grotta di Zi’ Concetta”, che conferma anche al palato la sua fama regalandoci i piatti della tradizione (le ballotte al sugo, i peperoni cruschi ripieni, la torta di mais, i fagioli di riccia…) in un ambiente che lascia il ricordo del passato anche se riammodernato.

 

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Le ballotte col sugo di Zi’ Concetta

 

San Giovanni in Galdo

Appesantiti di alcuni kg ci regaliamo ancora il Museo Sannitico (ceramiche, bronzi, avori, marmi di alcuni millenni fa ben conservati ed esposti) prima di riprendere la salita verso il castello e l’auto che ci riporterà a San Giovanni in Galdo.

Ci aspetta infatti l’appuntamento con gli amici del Morrutto, che ci condurranno alla scoperta di questo piccolo grande paese dove, dopo la visita ai locali della società di mutuo soccorso, vedremo le antiche case e gli antichi mestieri di cui Pietro Geremia è grande estimatore e collezionatore avendo acquistato locali che ripresentano gli ambienti e i mestieri del tempo che fu, prima di finire la visita al tramonto all’area archeologica.

La cena a sorpresa che ci viene offerta a casa di una delle amiche del Morrutto è semplice quanto gustosa e si chiude con la degustazione di ben 27 liquori (io mi sono dovuta arrendere al 22esimo..) creati da Giovanni nel suo Liquorificio artigianale di Sangiovannaro, un excursus incredibile fra tutte le erbe del territorio che sposano il liquore a volte regalando note amare, a volte dolci o acide.

Una giornata lunga ma fantastica con il massimo delle stelle: Ripalimosani 4, Oratino 4, Campobasso 5, San Giovanni 5!

 

Giorno 7: Termoli

Ultima giornata piena di cose da vedere in Molise prima della ripartenza, dedicata al mare! Sì perché in Molise oltre a monti, laghi, cascate, borghi c’è anche il mare e che mare!

Termoli è la città costiera principale del Molise sorge su un promontorio roccioso che si affaccia direttamente sul mare, con al centro la Cattedrale, monumento nazionale tra gli esempi più belli del romanico in Molise, che conserva le reliquie del patrono San Basso.

 

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Cosa vedere in Molise? Da vedere anche i Trabucchi, macchine da pesca realizzate da palafitte conficcate tra gli scogli, che terminano con una piattaforma collegata alla terraferma attraverso una passerella. Due antenne che si allungano sull’acqua reggono una rete rettangolare, che, attraverso un argano, viene calata in acqua. Quasi nessuno più in uso ma sicuramente il loro profilo rende caratteristico e unico questo tratto di costa adriatica.

 

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Fortezza di Termoli con Trabucco

 

A pranzo nonostante il caldo ci concediamo il brodetto alla termolese, in uno dei ristoranti della tradizione del centro storico, “Da Nicolino”. I Brodetto alla Termolese (U’ bredette), riconosciuto oggi come Brodetto termolese di Tornola, nasce come il piatto povero dei pescatori dell’Adriatico. Utilizzavano il pescato invenduto, fatto per lo più di pesci di piccole dimensioni. Aggiungevano, quando il pesce era insufficiente, dei pezzi di scoglio con alghe e molluschi.

Nel corso degli anni, quest’antica ricetta ha subito evoluzioni sempre più raffinate, ed è diventato un piatto ricercato. Oltre che sulla varietà dei pesci che lo compongono, il Brodetto gioca su una sapiente dosatura dei condimenti, che gli conferiscono sapore e delicatezza.

A rendere unico il Brodetto alla Termolese è il tocco in più conferito al piatto dal peperone verde, fresco e piccante. Questo ingrediente conferisce un sapore particolare e riconoscibile rispetto alle versioni delle altre regioni (uno su tutti quello marchigiano).

 

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Il brodetto di Nicolino

 

La Ricetta d’ U’ bredette

Ingredienti:

  • olio extravergine di oliva (q.b.)
  • pomodori pelati
  • aglio
  • prezzemolo
  • peperone verde dolce o peperoncino piccante
  • pescato fresco (seppie, calamari, cicale o pannocchie, sogliole, merluzzi, triglie, gallinella, razza, scampi, cozze e vongole)

Tempo di cottura: 35 minuti

In un tegame di terracotta far soffriggere olio extravergine di oliva, pomodori pelati, aglio, prezzemolo, peperone verde dolce e peperoncino piccante. Aggiungere seppie, calamari, cicale o pannocchie e lasciar cuocere per almeno 10 minuti.

A questo punto vanno adagiati sogliole, merluzzi, triglia, gallinella, razza, scampi, cozze e vongole.
Lasciare in cottura ancora 15 minuti e il brodetto è pronto da servire. Il brodo servirà per cuocere la pasta spezzata in minestra mentre il pesce sarà un ottimo e vario secondo piatto.

 

Petacciato Marina

Appesantiti ma soddisfatti dal superbo brodetto di Nicolino (e da una buona bottiglia di Falanghina, nella versione molisana) ci muoviamo verso Petacciato Marina. Scopriremo un litorale lungo e selvaggio con dune e vegetazione fino a bordo mare. Ci regalerà prima una bella e lunga camminata digestiva e poi un fantastico bagno. A fine giornata 5 stelle per Termoli e 4 per Petacciato Marina.

 

Si torna a casa passando per Carpinone

Sabato mattina ci tocca riprendere l’auto questa volta, ahinoi, per il lungo viaggio di rientro. Ma solo dopo aver salutato e ringraziato gli Amici del Morrutto, che quella mattina sono impegnati in una festa di paese con tanto di banda e gonfalone esibito.

 

amici del morrutto

 

Prima di rientrare facciamo ancora una tappa a Carpinone. È assurto alle cronache nella strana estate 2020 in cui il Covid sembrava sparito, perché un gruppo di ragazzi ha riscoperto delle cascate. Sono poi diventate molto seguite sui social dopo il passaggio in queste zone di Selvaggia Lucarelli.

 

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Troppa gente per noi che abbiamo fatto una vacanza splendida ma in luoghi non affollati. Per questo, dopo un giro del paese, riprendiamo la via di casa senza vedere dal vivo le cascate. Ci accontentiamo di tutte le bellezze del Molise che abbiamo scoperto.

Grazie Amici del Morrutto per averci fatto scoprire cosa vedere in Molise e anche tanta gente meravigliosa, torneremo! Molise 5 stelle + cosa aspettate a regalarvi il Molise per la prossima estate? Con Italia Delight, puoi creare il tuo viaggio su misura con un Esperto locale!

 

L’autore

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Laura Bullio
Classe 1969, è giornalista professionista, sommelier Fisar e responsabile delle risorse umane in una società finanziaria. Coltiva un’insana passione per l’enogastronomia e scrive di cibo, vino, annessi e connessi.

Commenti

stataletrentasei
19 Aprile 2022
Grazie, bellissima guida per la preparazione del mio prossimo giro in Molise.
26 Agosto 2021
Ciao Laura bella descrizione del tour unica lacuna se possiamo chiamarla cosi , se posso, non aver menzionato le tradizioni dei luoghi visitati che sicuramente in periodi diversi dalle date in cui ci si è recati offrono sensazioni ed emozioni che sanno di magico e di antico ... Ne cito alcune scusandomi già in anticipo per quelle che non menzionerò. Agnone "La Ndocciata" portata anche a Roma dal Papa. "Il volo dell'angelo" a Vastogirardi pochi chilometri da Agnone, "Gl Cierv" maschera carnevalesca di Castelnuovo al Volturno, vicino al lago di Castel San Vincenzo. "Ver Sacrum a Bojano vicino Sepino.I mesi dell'anno a Sepino e Cercepiccola. I Fucilieri di San Nicola di San Giuliano del Sannio."I misteri" di Campobasso. "Le traglie di Jelsi, "Il Diavolo di Tufara" antichissima maschera zoomorfa la cui origine si perde nella notte dei tempi.."San Pardo " di Larino etc etc .Se ne vuoi conferma vai sul mio sito www.molisewebtv.it ove da pensionato scrivo di ciò ne resterai sorpresa di come una regione come il Molise con i suoi soli 300.000 abitanti abbia tali e tanti eventi
Angelo
22 Aprile 2021
MONTERODUNI, non MONTERUDONI :)
Italia Delight
23 Aprile 2021
Grazie per il commento! Abbiamo corretto

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