Scopriamo insieme le migliori specialità leccesi, da non perdere durante la tua vacanza!
La città di Lecce (chiamata anche “la signora del barocco”) viene definita come un vero e proprio museo a cielo aperto. Passeggiando per le vie del suo centro storico si ha la fortuna di ammirare maestose architetture barocche, imponenti monumenti religiosi ed incredibili piazze.
Oltre che per la sua ricchezza culturale ed il mare cristallino, questa città è conosciuta e apprezzata anche per la sua eccezionale enogastronomia caratterizzata da ingredienti poveri ma genuini sia di mare che di terra, in grado di offrire sapori unici e decisi ai propri piatti. Per questo motivo molto spesso i viaggiatori, quando visitano Lecce ed i suoi dintorni, scelgono di portare a casa come souvenir qualche specialità tipica come i taralli, le orecchiette, l’olio extravergine, la frisa e i vini per ricordare al meglio il territorio.
Ti ho fatto venire l’acquolina in bocca? Allora seguimi, perché in questo articolo ti elencherò alcuni dei migliori piatti tipici leccesi da non perdere assolutamente durante la tua vacanza attraverso trattorie tipiche, aziende agricole e gustosi street food! 👇
Cosa mangiare a Lecce
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Vorresti assaporare tutto quello che la città di Lecce e i suoi dintorni hanno da offrire? Allora stai leggendo l’articolo che fa al caso tuo! Scopriremo insieme tutto quello che c’è da sapere sui migliori piatti della cucina leccese, dalle loro origini, alla preparazione, fino alle curiosità meno conosciute.
1. Ciceri e tria
Si tratta di un tipico piatto salentino che vede come ingredienti base i ceci della provincia di Lecce e una tipologia di pasta fresca fatta a mano che somiglia alle tagliatelle.
La sua ricetta ha origini antiche: fu citata dal poeta Orazio già nel 35 a.C. La particolarità è la doppia cottura della pasta; una parte viene lessata in acqua e l’altra invece viene fritta in olio bollente per renderla croccante e appetitosa (“tria”, significa appunto pasta fritta) ma esistono anche diverse varianti. In alcune zone si usa attorcigliare la pasta su sé stessa come un fusillo e in altre invece viene aggiunta la passata di pomodoro.
2. Orecchiette
Oltre a essere il simbolo della cucina pugliese, sono anche una testimonianza del passato glorioso della Puglia; infatti, si sarebbero diffuse nel corso del dominio normanno. Si tratta di una tipologia di pasta fresca preparata esclusivamente a mano tramite un impasto di semola e acqua; chiamata in questo modo per via della sua forma arrotondata che ricorda un piccolo orecchio.
Il condimento più usato è quello a base di cime di rapa ma si possono usare anche altre verdure, come per esempio i broccoli o i cavolfiori. A Lecce solitamente vengono condite con il sugo di polpette lasciato cuocere a lungo nella passata di pomodoro e ultimate con dell’immancabile ricotta salata grattugiata.
3. Minchiareddhri
È una tipologia di pasta fresca dalla forma simile ai fusilli, preparata a mano utilizzando la farina d’orzo tipica del Salento. La tradizione vuole che sia condita esclusivamente con sugo fresco di pomodoro e ricotta grattugiata, ma è ottima anche al pesto.
La particolarità dei Minchiareddhri è legata allo strumento utilizzato per la sua tradizionale preparazione; ovvero un fil di ferro quadrato di piccole dimensioni, chiamato in dialetto “lu fierru te la pasta”.
4. Sagne n’cannulate
Si tratta di un piatto semplice e genuino a base di pasta fresca prodotta con farina di semola di grano duro o con farina d’orzo. La parola Ncannulata significa attorcigliata, e rappresenta proprio la modalità con cui viene preparata questa tipologia di pasta. Tradizionalmente questa pietanza era preparata durante la domenica e condita con soli prodotti stagionali come il sugo di pomodori maturi “ricchi di sole della Puglia” ed una abbondante grattugiata di ricotta forte, chiamata “schianta”.
5. Torchinieddi o gnummareddi
È una specialità di carne tipica pugliese che troviamo anche nella cucina leccese. Si tratta di involtini cilindrici a base di interiora di agnello o capretto in budello che vengono insaporiti da delle foglie di prezzemolo intere. Il nome in dialetto significa “piccolo attorcigliamento” in quanto solitamente vengono fatti con le animelle arrotolate nel budello d’agnello e infine arrostiti sulla brace
6. Municeddhe
È una ricetta della tradizione contadina che prevede l’utilizzo di lumache che si possono acquistare nei vari mercati cittadini o raccogliere dopo le forti piogge estive, quando il caldo le costringe al letargo; fase in cui diventano molto saporite. Questo ingrediente prelibato al quale il centro di Cannole dedica una festa annuale può essere cucinato in tanti modi diversi; c’è chi le preferisce col sugo, chi in bianco e chi invece con un po’ di origano e cipolla.
7. Galletto di Sant’Oronzo
È un vero e proprio piatto tipico leccese che viene portato in tavola ogni anno il 26 agosto, rigorosamente realizzato con un piccolo gallo ruspante di primo canto del peso di 2 kg cotto in umido con salsa di pomodoro, In onore di Sant’Oronzo. In passato, per poterlo realizzare, veniva allevato nel proprio pollaio già dal mese di marzo. Questo perché, essendo il “simbolo essenziale ed imprescindibile della festa”, non consumarlo equivaleva a mancare di rispetto al Patrono.
8. Taieddha
Si tratta di uno dei piatti più caratteristici della cucina pugliese che deve il suo nome al tegame in terracotta dove, anticamente, veniva preparata questa gustosa ricetta. Gli ingredienti base per cucinarla sono le cozze, il riso e le patate prodotte nella zona di Lecce ma la ricetta originale si presta bene anche ad altre diverse varianti appetitose.
Questo piatto originariamente era definito “povero”, poiché realizzato con tutti quegli ingredienti che si avevano a disposizione e “sostanzioso”, in quanto utilizzato come unico nutrimento durante una giornata di lavoro. Oggi le abitudini sono cambiate ma la tajeddha è rimasta e viene proposta come piatto forte in gran parte dei ristoranti ed inoltre sono molte le sagre ad essa dedicate.
9. Rustico leccese
È un finger food “da strada”, tipico della cucina leccese che è possibile acquistare in rosticcerie e bar locali. Si tratta di un fragrante disco di pasta sfoglia da 10 – 12 cm, che racchiude al suo interno un ripieno gustoso di besciamella, pomodoro e mozzarella. Ottimi da consumare tiepidi come spuntino a tutte le ore del giorno e facile da preparare
10. Quataru
È una zuppa a base di pesce, mitili, crostacei e verdure. Anticamente questo piatto tipico leccese era costituito da pesce “pizzicato”, (morso da altre specie ittiche e perciò non vendibile sul mercato) e verdure “povere” facilmente reperibili, come pomodoro e cipollotti e solitamente consumato dai pescatori sull’imbarcazione. Il nome di questo piatto deriva dalla parola “quatara”, ovvero un grosso pentolone di rame dove veniva messo a cuocere questo gustoso mix di pesce di scarto. Recentemente ha ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole l’autorevole riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale.
11. Scurdijata
Si tratta di un piatto caratteristico della cultura gastronomica salentina che nasce dalla tradizione contadina. Gli ingredienti poveri e genuini utilizzati per la preparazione sono i legumi (fave, fagioli, o ceci), olio, alcune fette di pane pugliese (meglio se raffermo), le verdure (come cicoria, rape o bietole) e infine aglio, sale, pepe e peperoncino in grado di regalare al palato un piacere che ormai è difficile da trovare nelle preparazioni più moderne.
12. Pezzetti di cavallo al sugo
Questo caratteristico piatto si può trovare facilmente in una delle tante sagre di paese e nei ristoranti tradizionali pugliesi. Si tratta di un taglio di carne equina che tradizionalmente viene cotto nelle pignate (pentola di terracotta). In seguito, può essere usata come farcitura del panino oppure servita in grandi piatti di terracotta, accompagnati da abbondante pane con cui fare la immancabile scarpetta.
13. Fracaja
È un misto di pesciolini di piccola dimensione che vengono infarinati e fritti in abbondante olio bollente. Una volta fritti, vengono salati e serviti appena caldi.
14. Scapece di Gallipoli
È un piatto tradizionale della città di Gallipoli con origini antiche, che risalgono al periodo fra il Medioevo ed il XVI secolo, in cui Gallipoli era sotto assedio da parte delle potenze mediterranee. La ricetta prevede l’utilizzo di pesci di piccole dimensioni inizialmente fritti e poi fatti marinare tra strati di mollica di pane imbevuta con aceto e zafferano all’interno di tinozze di legno di castagno chiamate “calette”. Oggi questa pietanza viene servita come specialità gastronomica nei ristoranti o nei chioschetti soprattutto nel periodo estivo, ed è tipico delle feste patronali nel Salento.
15. Polpo alla pignata
Si tratta di un gustoso secondo piatto della tradizione salentina. Il suo nome deriva dalla pignata, in cui viene cotto il polpo insieme alla sua stessa acqua, al fine di sprigionare tutto il suo sapore direttamente nel sugo di pomodoro e ottenere una carne morbidissima e succulenta. La ricetta è molto antica ed esistono diverse versioni; In alcune zone, per esempio, vengono aggiunte le patate, o altre erbe aromatiche. Una cosa che non può mancare, però, è il sughetto denso con cui viene accompagnato il polpo.
16. Altri piatti di pesce
La Puglia è celebre per le sue meravigliose spiagge e per il pesce sempre fresco che ogni mattina arriva sui moli insieme alle cozze, ricci di mare, ostriche rosse, gamberi viola di Gallipoli e tanti altri frutti di mare! Solitamente nei ristoranti si preferisce mangiare il pesce crudo, ma le cozze fritte sono un antipasto tradizionale pugliese che non può assolutamente mancare sul menu. Per realizzarle sarà necessario prima aprirle, farcirle per esempio con la pastella di farina e vino bianco secco e in ultimo friggerle; solo in questa maniera, infatti, rimarranno tenere e rilasceranno tutto il loro gustoso sapore di mare!
17. Lampascioni
Si tratta di bulbi molto conosciuti e apprezzati soprattutto in Puglia, ottimi sia fritti che al forno. Il nome può variare in base alle regioni; solitamente vengono chiamati pampasciuni nel dialetto pugliese. Si tratta di un lontano parente dell’aglio, ma si differenzia per gusto e forma; difatti esteticamente ricorda più una cipolla ed è importante che la sua raccolta venga effettuata a mano per non danneggiarlo.
18. Tipi di pane pugliese
In Puglia le diverse varianti di frumento con cui si ricava la farina per la panificazione sono circa 300. Per questo motivo, la Puglia è soprannominata “il granaio d’Italia”. Considerando che le varietà di frumento sono veramente molte, saranno altrettante le varietà di pane che si possono fare.
Tra queste troviamo la Puccia, un tipo di pane alto e compatto diffuso soprattutto nel Salento, dove è possibile trovare anche la tipologia “Uliata”, ossia con le olive nere denocciolate tradizionalmente preparata il giorno della Festa dell’Immacolata Concezione (il 7 dicembre). Questo tipo di pane può essere farcito in diverso modo, a seconda della zona della Puglia in cui ci si trova; a Gallipoli viene condito con capperi e acciughe sotto sale, mentre a Lecce solitamente con pomodorini, cipolla e tonno; stessa farcitura con cui vengono conditi anche i Pizzi leccesi, panini di forma più appiattita e larga rispetto alla Puccia.
19. Frisa
Si tratta di una grande pagnotta di grano duro o orzo che viene cotta, tagliata in due e successivamente cotta di nuovo per renderla più croccante. La ricetta tradizionale prevede un condimento a base di pomodorini ciliegino, olio, aglio e un pizzico di sale ma partendo sempre da questo condimento, esistono anche altre 3 varianti; quella con le acciughe, capperi e olive caratterizzata da un sapore forte e deciso, la versione delicata con le olive e basilico e la golosa variante caratterizzata dall’aggiunta di stracciatella e taralli.
20. Muersi fritti
È un piatto povero ma gustoso della tradizione contadina a base di ingredienti semplici e nutrienti. La ricetta prevede l’aggiunta di cime di rape o cicorie di Galatina pulite, piselli secchi verdi, olio d’oliva, sale, pomodori, cipolla, aglio e del prezzemolo. Successivamente questi ingredienti vengono messi a cuocere nella tradizionale “pignata” di terracotta e a fine cottura viene aggiunto il pane precedentemente fritto.
21. Calzone leccese
Si tratta di uno dei prodotti di rosticceria più amati dai salentini. È un impasto fritto, a forma di mezzaluna, farcito con salsa di pomodoro, mozzarella e origano ma esistono anche altre versioni che prevedono l’aggiunta di prosciutto o altri ingredienti. Questo tipico piatto leccese, a differenza del panzerotto barese, è più “spesso”, essendo caratterizzato da una pasta di mezzo centimetro di spessore.
22. Pitta di patate
È un gustosissimo piatto rustico che prevede l’utilizzo di alcuni ingredienti tipici del territorio; perfetto da servire come antipasto o come secondo piatto sia caldo che freddo. La pitta viene preparata con un impasto di patate lesse, uova e formaggio e farcito solitamente con un sugo di pomodoro, cipolla, olive e capperi ma a seconda dei gusti e delle piccole varianti, si possono aggiungere anche tonno in scatola, prosciutto o sardine.
23. Pittule
Sono delle palline di pasta lievitata fritta, ottime da gustare sia nella versione dolce che salata, caratterizzate esternamente da una crosticina dorata ed internamente da un impasto soffice preparato utilizzando acqua, farina e lievito. Anticamente si preparavano l’8 dicembre (il giorno della Madonna Immacolata), a Natale e l’11 novembre (San Martino) accompagnate dal vino novello. Oggi invece ogni occasione è buona per assaggiare questa sfiziosità salentina!
24. Taralli leccesi
Sono prodotti da forno della cucina tipica leccese, diffusi in varie versioni anche nel resto del Sud Italia. Vengono realizzati da un impasto a base di farina, acqua, vino bianco e olio extravergine, da cui si ricavano filoncini a forma di anello che vengono bolliti ed infine cotti al forno per ottenere una superficie dorata e una consistenza croccante. A partire da questa versione, si possono trovare tante altre squisite varianti come quelli con le erbe aromatiche o con i semi di finocchio; perfetti sia per gli aperitivi e antipasti.
Oltre ai taralli salati esistono anche quelli nella versione dolce; perfetti da gustare sia a colazione che a merenda e caratterizzati da una consistenza morbida e friabile. Questi taralli dolci vengono chiamati anche ‘mbriachidd (dal dialetto pugliese “ubriachelli”) proprio perché all’interno del loro impasto è presente il vino.
25. Pasticciotto
È un dolce caratteristico della cucina leccese, formato da un guscio di pasta frolla croccante e un ripieno di crema pasticcera; ottimo da gustare caldo, ma anche freddo. La ricetta tradizionale prevede che il ripieno sia arricchito con delle amarene e che la frolla sia preparata con lo strutto. Un altro dettaglio importante è la scelta dell’agente lievitante; in quanto per ottenere un vero pasticciotto leccese viene utilizzata l’ammoniaca per dolci, così da mantenere morbida la copertura di pasta frolla anche dopo 2-3 giorni.
26. Purceddhruzzi
Sono dei dolci saporiti e profumati, chiamati in questo modo per via della loro forma, che ricorda dei porcellini. Si tratta di gnocchetti dolci, fritti e ricoperti da miele e confettini colorati che solitamente vengono regalati durante le feste o serviti a fine pranzo di Natale, insieme al caffè o a un bicchierino di liquore. Esteticamente assomigliano agli struffoli napoletani, ma all’interno si differenziano per l’assenza di uova nell’impasto, che li rende più friabili.
27. Fruttone
È un delizioso dolce della cucina leccese che esteticamente ricorda molto il pasticciotto ma il sapore è ben diverso; al posto della crema pasticcera viene farcito con una gustosa confettura (solitamente di mele cotogne, di amarene o di pere) e una crema di mandorle e decorato in superficie con delle scaglie di cioccolato fondente, rigorosamente croccante.
28. Mustazzoli
Sono dei tipici biscotti natalizi saporiti e profumati a base di mandorle, cacao, mosto cotto e diverse spezie. La ricetta ha origini antiche; deriverebbe infatti dalla cucina araba. Questi dolci solitamente vengono preparati per arricchire la tavola natalizia soprattutto a Lecce e in tutto il Salento, dove è possibile trovarli a forma di rombo o arrotondati.
29. Pitteddhre
Sono dei dolcetti tradizionali della cucina leccese preparati durante le feste natalizie. La loro ricetta è molto semplice e gli ingredienti utilizzati per l’impasto sono solo farina, olio extravergine d’oliva e buccia di limone grattugiata. Le pitteddhre possono essere realizzate sotto forma di piccole crostate a stella oppure vengono chiusi a mezzaluna come dei panzerottini e farcite con mostarda (confettura) d’uva, solitamente prodotta in casa e conservata all’interno di barattoli durante tutto l’inverno.
Vini leccesi e del Salento
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Il Salento è da sempre terra di produzione dei migliori vini dotati da marchi di qualità DOC e IGT. Tra i vitigni più famosi troviamo il Primitivo e il Negramaro.
Il vino più celebre della prima varietà è senza dubbio il DOC Primitivo di Manduria -caratterizzato da un gusto fruttato e da un colore rosso rubino intenso – che, nonostante la sua gradazione alcolica abbastanza elevata, riesce comunque ad essere amato in ogni occasione e perfetto da abbinare a piatti a base di carne o formaggi stagionati.
Per quanto riguarda la varietà Negroamaro, rispetto al Primitivo, produce dei vini decisamente più giovani che si fanno molto apprezzare per il profumo fruttato e per il gusto pieno. Tra questi, uno tra i più famosi è il vino Negroamaro del Salento IGT – caratterizzato da un colore è rosso scuro – che viene servito a temperatura ambiente; perfetto per ogni genere di pasto, specialmente per i secondi di carne.
Eventi per gustare i piatti tipici leccesi
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Uno dei migliori modi per scoprire usanze e cultura di un luogo, è quello di partecipare alle sagre e feste di paese e Lecce ne è piena:
- Festa del pasticciotto leccese e dei sapori mediterranei il 28 luglio a Surano
- Festa te la uliata dal 27 al 29 luglio a Caprarica di Lecce
- Sagra del maiale dal 6 al 8 settembre 2023 a Villa Baldassarri
- Novello in festa dal 8 al 10 novembre 2023 a Leverano
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Foto copertina: francesco-la-corte, unsplash
Foto immagine in evidenza: maria-hadzhipetkova, unsplash
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