Vino bianco piemontese, eccellenza italiana! Il Piemonte infatti è una regione conosciuta per la sua vocazione vitivinicola, non solo per i rossi! Impariamo a conoscere i grandi vini bianchi piemontesi
L’Italia si è sempre contraddistinta per la sua storia e cultura enologica. L’immaginario comune lega il Bel paese a questa coltura. La vite viene curata e allevata in modi diversi da Nord a Sud. Questo fa dell’Italia la terra della molteplicità vitivinicola. Oggi scopriremo insieme il vino bianco piemontese, una delle produzioni di eccellenza italiane.
Una regione come il Piemonte ha sempre rappresentato un laboratorio per l’evoluzione e la sperimentazione in materia di vino. Difatti alcuni dati dimostrano il ruolo impattante di questa regione del Nord Italia a livello nazionale.
Presenta una superficie vitata di 48.000 ha, 43% in montagna, 30% in collina e 27% in pianura. La produzione di vino ammonta a 2.600.000 hl, di cui l’81% occupato dai vini DOP, 60% vini rossi e rosati e 40% vini bianchi piemontesi.
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Per quanto riguarda le denominazioni di origine controllata, incontriamo in questa regione 18 DOCG e 41 DOC. I vini piemontesi sono apprezzati in tutto il mondo per la loro articolata e avvincente storia.
Storia del vino bianco piemontese (e non solo)
Dal Piemonte nasce l’esigenza di approfondire le conoscenze in ambito enologico. Dall’ ‘800 si sviluppa un grande fermento intorno allo studio della vite e della produzione di vino. Iniziano così dei percorsi di studi locali con l’intento di migliorare qualitativamente la produzione.
Tanto è vero che, nel 1872, fu fondata la stazione enologica di Asti e la stazione enologica sperimentale di Gattinara. Gli studi consistevano principalmente in analisi chimico-fisiche della pianta, del terreno e della fermentazione. Dalla terra alla cantina, dunque.
Nel 1875 si tenne il primo congresso enologico italiano nel capoluogo piemontese. Un grande momento di scambio di conoscenze e prospettive tecniche – commerciali del settore enologico.
Un altro episodio rilevante che entra a far parte della storia del vino di questa regione e dell’Italia intera riguarda la fondazione della scuola di viticoltura ed enologia di Alba nel 1881. Si prefigge l’obiettivo di formare personale tecnicamente preparato e specializzato nella cura della vigna e del vino.
Il Piemonte si è sempre dedicato con grande devozione e fatica alla pratica vitivinicola ed ha contribuito a plasmare la moderna enologia italiana. Sempre da qui sono iniziati i primi esempi di zonazione delle aree vitivinicole, contribuendo alla definizione di concetti come terroir e cru.
Il terroir è definito come il territorio caratterizzato da un microclima e un terreno che trasferiscono alla vite e, conseguentemente al vino, determinate caratteristiche. Il Cru è la zona delimitata all’interno di un vigneto in cui cresce il frutto, destinato alla produzione di uno specifico vino di particolare pregio.
Ma il Piemonte non è solo la regione dei grandi rossi. Per i vini bianchi Piemonte vuol dire anche una considerevole produzione di vini bianchi. Il vino piemontese bianco è spesso oscurato dalla fama del vino rosso di questa regione, ma è anch’esso un prodotto riguardevole.
Tra i vini bianchi del Piemonte troviamo: Arneis di Roero DOCG, Asti DOCG, Caluso passito DOCG, Cortese dell’Alto Monferrato DOCG, Gavi DOCG ed altri che più avanti conosceremo nel dettaglio.
Le zone di produzione del vino in Piemonte
In Piemonte vengono coltivati principalmente vitigni autoctoni. Piemonte significa letteralmente “ai piedi delle montagne” , termine che sintetizza le caratteristiche fisiche e climatiche di questa regione. È infatti contornata da montagne ed è caratterizzata da un clima continentale freddo-temperato, ideale per la vite.
I vigneti impreziosiscono le zone collinari della regione, dove la produttività è limitata a favore della qualità. Le zone collinari sono favorite perché garantiscono un buon drenaggio e una buona insolazione, fondamentale per la produzione dei cosiddetti “vini di luce”, tipici del Nord.
Zone collinari
Distinguiamo i tre gruppi collinari di:
- Torino, costituita da porfidi e graniti.
- Langhe e del Monferrato, composte da marne, arenarie e gessi.
- Val Di Susa, la zona di Pinerolo e le Colline Saluzzesi, formata da arenarie e calcari.
L’unicità enologica piemontese risiede nella produzione di vino tendenzialmente monovarietale, ovvero derivante da un’unica varietà di uva.
Aree vinicole più importanti
Le più importanti zone vinicole del Piemonte sono le seguenti:
- Le Langhe: una delle zone vitivinicole più famose al mondo. Oltre alla produzione di Barolo e Barbaresco da uve nebbiolo, si produce dal vitigno Arneis un vino bianco piemontese chiamato Roero Arneis. Nelle province di Asti e Alessandria, sotto la denominazione Alta Langa DOCG, si producono alcuni dei vini bianchi piemontesi più conosciuti al mondo. Parliamo dei vini spumanti bianchi o rosati ottenuti con metodo classico.
- Il Monferrato: situato tra Asti e Alessandria, è una zona dedicata alla coltivazione di Barbera, Freisa e Grignolino. Da questo territorio, derivano le DOCG come il Barbera del Monferrato Superiore. Per quanto concerne i bianchi piemontesi, incontriamo il Gavi prodotto a partire da uva Cortese.
- L’Astigiano: è un’area compresa nel Monferrato ma di particolare importanza, quindi degna di essere citata separatamente. Questa attenzione è dovuta alla produzione di vini piemontesi bianchi che rientrano nella denominazione Asti DOCG. Ovvero gli spumanti ottenuti con metodo Charmat a base di uve Moscato Bianco.
- Piemonte settentrionale: in questa zona, la produzione è orientata a vini di grande struttura come il Gattinara DOCG e il Ghemme DOCG a base di uve nebbiolo che è tagliato con piccole percentuali di vitigni minori.
- Il Canavese: tra le province di Torino, Biella e Vercelli. È un territorio vocato alla coltivazione del vitigno a bacca bianca Erbaluce, da cui si ottiene la DOCG Erbaluce di Caluso, altro vino bianco del Piemonte di considerevole pregio.
Vino bianco del Piemonte, vino di eleganza e luce
Come ho scritto in precedenza, il Piemonte è ricordato e valorizzato per la produzione di vini rossi. Il patrimonio vitivinicolo di questa regione è talmente ampio e variegato da includere anche la coltivazione e la lavorazione di vitigni a bacca bianca. Da questi si ottengono ulteriori vini meritevoli, ovvero i bianchi piemontesi.
Fattori come il clima, l’esposizione e il terreno concorrono congiuntamente alla determinazione della superiorità di questi vini.
In fatto di vino bianco piemontese elenco interessante e variegato. Di seguito, inserirò un elenco dei vini bianchi piemontesi degni di citazione. Farò una distinzione tra DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) e DOC (denominazione di origine controllata).
Vini bianchi piemontesi DOCG
1. Roero Arneis
È un vino bianco del Piemonte a base di uva bianca Arneis. Il vitigno spicca per i suoi caratteristici profumi, sebbene non sia un’uva aromatica. È coltivato sulla riva sinistra del Tanaro in provincia di Cuneo. Il sistema di allevamento tipicamente utilizzato è quello a Guyot. Presenta un grappolo a forma piramidale, compatto, di medio-piccola grandezza. L’acino è di colore giallo/verdastro e la buccia è particolarmente pruinosa.
Nella tradizione popolare, “Arneis” indica una persona estroversa, ribelle, originale, caratteristiche che si riflettono nel vino. Il Roero Arneis è un vino bianco secco. Alla vista si presenta di un bel giallo paglierino. Al gusto colpisce la sua freschezza e sapidità, oltre alle note floreali percepibili già all’esame olfattivo. I piatti a base di pesce o formaggi freschi si sposano perfettamente con questo vino piemontese bianco.
2. Gavi
Questo vino bianco del Piemonte si ottiene dal vitigno Cortese, coltivato a sud di Alessandria sempre con il sistema di allevamento a Guyot. Predilige le zone collinari con ottima esposizione che asciughino il clima, data la sua sensibilità a funghi e muffe. Il grappolo può essere cilindrico o piramidale. Il verde acino vira al dorato quando esposto al sole e non presenta una buccia eccessivamente pruinosa.
È un vino con elevata acidità, non estremamente complesso bensì offre aromi puntuali e puliti. Le uve, raccolte di solito a maturazione non completa, conferiscono al vino un colore tendente al verde e un sapore vegetale. È abbinato con formaggi freschi e con piatti a base di pesce. Il sushi si accompagna spesso con questa tipologia di vino.
La DOCG è riservata alle seguenti tipologie di vino bianco del Piemonte ottenuto da uva Cortese: tranquillo, frizzante, spumante, riserva e riserva spumante metodo classico.
3. Erbaluce di Caluso Passito
L’Erbaluce di Caluso deriva dal vitigno autoctono Erbaluce, coltivato nella zona del Canavese. È conosciuto per il caratteristico colore ramato che assumono i grappoli alla luce del sole, da qui il nome “erbaluce”. Il vitigno è coltivato con il sistema della pergola canavesana. Produce grappoli compatti, conici, di media grandezza con buccia particolarmente pruinosa.
Dall’Erbaluce è prodotto un vino bianco piemontese dolce. Le uve sono quindi raccolte e lasciate appassire, processo che porterà a una disidratazione parziale del frutto con conseguente aumento della concentrazione zuccherina. Si ottiene così un vino più ricco in dolcezza e alcolicità. Il Caluso passito si esibisce ai nostri occhi con un colore giallo carico e una spiccata densità. Appare alle nostre papille gustative dolce, mandorlato, consistente. Si accompagna bene con formaggi affinati o con prodotti della pasticceria secca.
4. Alta Langa
Questo vino piemontese bianco ha un’identità storica influente. Fu infatti il primo spumante metodo classico prodotto in Italia. Il prezioso “reperto enologico” è il risultato della vinificazione delle uve Pinot Nero e Chardonnay, coltivate sui terreni collinari delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, sulla destra del fiume Tanaro. Guyot e cordone speronato sono le forme di allevamento consentite.
Il Pinot nero sviluppa grappoli compatti, corti e cilindrici con la bacca blu e la buccia pruinosa. I grappoli di Chardonnay invece saranno compatti, medi, cilindrici o conici e composti da acini verdi con buccia pruinosa.
Dall’unione di questi due vitigni internazionali, dall’elaborazione con metodo classico (o metodo Champenoise, ovvero rifermentazione in bottiglia tramite l’aggiunta del liqueur de tirage, miscela di lieviti e zuccheri) e dall’affinamento sui lieviti per almeno 30 mesi, otterremo questo eccellente prodotto declinato in diverse tipologie: millesimato (vendemmia di un’unica annata), rosé e bianco.
A seconda della tipologia che andremo a bere presenterà caratteristiche aromatiche diverse e perlage tendenzialmente fine e persistente. I piatti con tartufo bianco tipici della tradizione gastronomica locale vengono abbinati con questi emblematici vini bianchi piemontesi.
5. Asti
Questo vino bianco piemontese DOCG è ottenuto dal vitigno moscato bianco, coltivato nelle province di Asti, Cuneo ed Alessandria. Il moscato bianco è un’uva aromatica, il nome deriva da “muscum”, muschio, aroma caratteristico dell’uva. La forma di allevamento è a Guyot o cordone speronato. Sulla pianta crescono grappoli compatti, di media grandezza, cilindrici o conici, con acini di colore verde-giallo rivestiti da buccia poco pruinosa.
Questo spumante si ottiene principalmente con metodo Martinotti o Charmat (ovvero con rifermentazione in autoclave che non può avere durata inferiore a un mese). Una revisione del disciplinare consente di svolgere la produzione anche con metodo classico.
L’aspetto fondamentale è che la lavorazione di questo vino bianco del Piemonte sia eseguita con l’obiettivo di non dissipare l’aromaticità tipica di questo vitigno. L’Asti tradizionale è da sempre dolce. Ma oggi esiste anche una tipologia di Asti secco che permette l’abbinamento non solo con pietanze da fine pasto.
Vini bianchi del Piemonte DOC
1. Langhe Favorita
Questo vino si ottiene dall’omonimo vitigno, conosciuto come Vermentino in Liguria. È coltivato secondo le forme di allevamento tradizionali. Presenta un grappolo spargolo di medie dimensioni, l’acino è verde e la buccia pruinosa.
Questa DOC dona al palato freschezza, sapidità e un vivace sapore agrumato. Il suo quadro aromatico è esaltato dall’abbinamento con antipasti piemontesi a base di formaggi freschi.
2. Colli Tortonesi Timorasso
Il Timorasso è un vitigno autoctono riscoperto negli ultimi anni per la produzione di questa DOC. Anche questo vitigno è allevato secondo le forme tradizionali. La pianta offre grappoli compatti e allungati. Gli acini di colore verde-giallo sono protetti da una buccia pruinosa e consistente.
Ne deriva un vino bianco Piemonte corposo, fragrante destinato anche a maturazione di breve periodo. Questa sua robustezza lo rende adatto ad accompagnare primi piatti e piatti a base di formaggi stagionati.
3. Loazzolo
Fa parte della categoria dei bianchi piemontesi provenienti dal vitigno Moscato bianco. Il Loazzolo è un vino quasi sconosciuto ma estremamente particolare.
È prodotto in seguito all’appassimento dell’uva e successivamente armonizzato con affinamento di due anni, di cui sei mesi in barrique. Eccezionalmente pregiato se lavorato a partire da uve attaccate dalla muffa nobile, Botritys Cinerea. È un vino da fine pasto, di solito si accompagna con gli amaretti.
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