Scopriamo il vino Frascati, con una fama ancestrale, legata a Roma sin da quando era capitale dell’Impero. Perché a Frascati vino e città sono racchiusi nella medesima parola!
Ci troviamo a pochi km da Roma, precisamente nella zona dei Castelli Romani, ove incontriamo uno dei vini italiani più famosi al mondo, il vino Frascati. Si tratta di un vino di grande importanza, la cui fama è talmente ampia da permetterne la presenza anche sui mercati esteri.
D’altronde, il vino Frascati deve la sua notorietà non solo per aver segnato la storia della viticoltura del Lazio, ma anche per esser stato un vino che ha colorato le nostre tavole per secoli, accompagnando le pietanze dell’antica Roma e del Papato.
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Vino Frascati: la storia
Roma era il grande mercato vicino alla zona di produzione, facile da raggiungere e in cui regnava una “cultura del bere” notevole. Considerando che nella capitale confluivano commercio, politica, arte, agricoltura e nobiltà, il vino trovava sempre il suo posto come protagonista e tutti erano pronti a degustare questo vanto della campagna romana. In più, esso svolgeva molteplici funzioni. Difatti, i Romani lo utilizzavano anche nell’ambito medico, nella cosmetica, in riti religiosi e sociali.
Definito il vino di Roma per antonomasia, il vino Frascati cela nella sua essenza un mondo immenso, fatto di territorio e storia. Una storia che definisce al meglio l’origine della viticoltura nei Castelli Romani, che si perde in epoche lontane, fino a confondersi con la mitologia.
A Frascati vino avvolto nel mistero! La leggenda narra che Saturno, una volta cacciato dall’Olimpo da suo padre Giove, si rifugiò nel Lazio e, in cambio dell’asilo ricevuto, introdusse l’agricoltura a quei popoli, piantando la prima vite. Da quel momento in poi, i Romani divennero progressivamente abili agricoltori, incrementando sempre di più la produzione e importando nuovi vitigni.
Tutto ciò permase fino alla caduta dell’Impero Romano. Da quel momento, la viticoltura subì una forte riduzione, rimanendo concentrata soprattutto nei monasteri e nelle abbazie. In tal modo, buona parte della viticoltura era sotto la protezione dei religiosi, per la produzione del vino da messa e per preparazioni medicinali.
Fu grazie all’intervento di alcuni nobili, come Marcantonio Colonna, che lo sviluppo della viticoltura e della produzione di vino aumentò. Quest’ultimo fece redigere uno Statuto, il quale regolava la vita del comune di Frascati e lo svolgimento delle diverse attività agricole e vitivinicole. Non a caso, in quel periodo il vino Frascati si affermò come il migliore nella produzione dei Castelli. E fu così che esso divenne protagonista della storia della Roma papalina e ne influenzò usi, costumi ed economia.
Zona di produzione, terreno e vitigni
Come già anticipato, la zona di produzione è identificata nei Castelli Romani, i quali comprendono interamente il comune di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e in parte quelli di Roma e Montecompatri. Ci troviamo in piena campagna romana, alle pendici dei Colli Albani, con valori che vanno dai 70 ai 500 metri di altitudine.
I terreni sono di origine vulcanica, di tipo basaltico e tufaceo, all’interno di un territorio fatto di monti, laghi e foreste.
Il clima è di tipo mediterraneo, caratterizzato da temperature moderate con piogge concentrate nel periodo invernale e con lunghe siccità nel periodo estivo. Un aspetto fondamentale è l’esposizione del territorio verso il Mar Tirreno, il quale permette di godere di una “brezza” che rende più mite il calore del sole ed evita il ristagno dell’umidità. Tutte condizioni ambientali che la vite trova molto favorevoli.
I vitigni che sono utilizzati per la produzione del vino Frascati sono all’incirca gli stessi che si utilizzavano nei primi del Novecento. Elemento che dimostra la grande tradizione alla base della produzione di questo rinomato vino.
Anche se, c’è da dire che le proporzioni sono cambiate. In una percentuale minima del 70%, si utilizzano la Malvasia bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio. Queste insieme al Trebbiano toscano, Trebbiano giallo, Bellone, Bombino bianco e Greco bianco, utilizzati da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 30%. Inoltre, a Frascati vino può essere prodotto anche con altre varietà di vitigni a bacca bianca autorizzati nella Regione Lazio, ma per un massimo del 15%.
Produzione e denominazioni
Per quanto riguarda le tecniche di produzione, sono ammesse soltanto le pratiche enologiche della zona idonee a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche di qualità. Ad esempio, le operazioni di vinificazione ed affinamento devono essere esclusivamente realizzate nella zona di produzione. Ma fondamentale è anche la densità d’impianto, la quale deve risultare di almeno 3000 ceppi/ha al fine di ottenere una resa ottimale dell’uva, non superiore al 70%.
D’altronde, la zona dei Castelli Romani è un’area di grandi tradizioni nel campo della viticoltura. Di conseguenza, risulta estremamente importante il rispetto delle tecniche di produzione dichiarate negli specifici disciplinari. Tutto ciò al fine di ottenere la riuscita ottimale del prodotto e di rispettare la certificazione che caratterizza il vino, che sia IGT, DOC o DOCG.
Ad oggi Frascati possiede ben tre denominazioni:
- Frascati DOC
- Frascati Superiore DOCG
- Cannellino di Frascati DOCG
Scopriamoli insieme!
Vino Frascati DOC
Il vino Frascati è stato il primo vino bianco d’Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata, nel lontano 1966, un grande esempio di storia e tradizione. Si tratta di un vino color giallo paglierino, più o meno intenso, con sfumature dorate. Al naso richiama note di fruttato fresco, principalmente di agrumi e frutta matura, ma anche note floreali, richiamando la famiglia dei fiori bianchi, specialmente il gelsomino. Vino di buon corpo, al gusto risulta equilibrato, fresco, sapido e persistente.
Con le sue caratteristiche sensoriali, si abbina perfettamente ad antipasti, minestre, primi piatti, pesce, ed anche carni bianche e formaggi di media stagionatura. Ma soprattutto, si sposa perfettamente con i piatti della cucina locale, tra cui bucatini all’amatriciana, carciofi alla giudia, saltimbocca alla romana e l’immancabile porchetta.
Inoltre, devi sapere che il vino Frascati è vinificato anche nella versione spumante, nelle tipologie brut ed extra dry. La fase di spumantizzazione, che può essere effettuata nell’intero territorio della provincia, dona al vino una spuma fine e persistente. Dal sapore armonico, è perfetto da utilizzare come ottimo aperitivo, provare per credere!
Frascati Superiore DOCG
Un’ulteriore chicca dell’enologia romana è il vino Frascati Superiore, DOC dal 1966 e che ottenne la Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 2011, assieme al Cannellino di Frascati. Anch’esso è un vino bianco, in quanto sono utilizzate le stesse uve. Dal colore giallo paglierino più o meno intenso e dalle note olfattive fruttate e floreali. Dal sapore secco, sapido, morbido e vellutato, come molti bianchi, si abbina a primi piatti delicati, portate di pesce e carni bianche. Tra i piatti della cucina romana è perfetto con i bucatini all’amatriciana e coratelle con i carciofi.
Ma qual è il suo valore aggiunto? Il titolo alcolometrico superiore. Esso ha un valore minimo del 11,5%, rispetto all’11% del Frascati vino DOC, rappresentato dall’appellativo “Superiore”.
Nel Frascati Superiore incontriamo anche la tipologia “Riserva”, che condivide le medesime caratteristiche. Tuttavia, esso ha un processo di produzione differente, in quando i periodi di invecchiamento ed affinamento sono obbligatoriamente in bottiglia.
Il Cannellino di Frascati DOCG
Ultimo, ma non meno importante, è il Cannellino di Frascati DOCG. La tipologia Cannellino, a differenza delle precedenti, si prepara con uve raccolte tardivamente ed eventualmente sottoposte ad appassimento. Difatti, il Cannellino presenta un giallo paglierino più intenso, con un contenuto zuccherino maggiore rispetto alla DOC tradizionale, in quanto la fase di sovramaturazione comporta un accumulo degli zuccheri.
Pieno ed equilibrato, è un vino dal profumo molto intenso e fine. Il suo sapore fruttato è caratterizzato da note di uva passa e mandorle, con un gusto dolce e delicato. Al palato presenta un’acidità normale, che insieme ad un amaro poco percepibile e buona struttura, contribuiscono ad un equilibrio gustativo. Può presentare un lieve sentore di legno tostato, qualora nella fase di vinificazione e/o affinamento siano utilizzati recipienti di quel materiale.
Con queste caratteristiche, il Cannellino di Frascati DOCG si sposa bene con antipasti, primi piatti, secondi piatti di pesce e di carne, ma anche formaggio, soprattutto caprini ed erborinati. Tuttavia, per la sua dolcezza, il Cannellino può dare il meglio di sé insieme a dolci come tozzetti, ciambelle al mosto o al vino e crostate di crema e di ricotta e visciole.
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