Scopriamo i migliori vini laziali! Ecco una breve guida sulle aree di produzione dei vini del Lazio e sul perfetto abbinamento cibo vino
I primi cenni della viticoltura nel Lazio risalgono al popolo etrusco, ma chi diede una spinta allo sviluppo dei vini del Lazio furono gli antichi romani.
Il vino era consumato dagli imperatori come dai legionari. Faceva parte del nutrimento giornaliero, con un luogo destinato per il consumo (le osterie) e con una divinità dedicata (Bacco).
Una curiosità: il nome Bacco proviene dall’appellativo che venne dato al dio greco Dionisio per la sua chiassosità. Deriva proprio da ciò la parola “baccano”.
La divinità romana proviene dalla Grecia come lo è la provenienza dell’insediamento della vite nella penisola. Fu successivamente esaltata dai romani che ne promossero la diffusione nel mondo.
I romani appresero tecniche anche da altri popoli, che tramandarono nelle colonie conquistate negli anni. Con la caduta dell’Impero Romano, molte tecniche vennero conservate e tramutate a ciò che troviamo oggi.
La presenza del papato nel territorio laziale favorì lo sviluppo del culto della vinificazione ed il consumo dei vini laziali.
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Nel Lazio vini dalla grande storia e tradizione
Dal 1800 fino alla seconda metà del 1900, i vini tipici del Lazio vissero il loro periodo d’oro sia in termini di consumo interno che di esportazione.
Negli ultimi 50 anni, però, i vini del Lazio hanno perso la fama che storicamente hanno sempre avuto retrocedendo ad essere vini poco apprezzati dal punto di vista qualitativo.
Molte cantine del Lazio ad oggi promuovono un’inversione di marcia.
La regione è sempre stata vocata alla produzione di vino, grazie alla varietà del territorio e alle condizioni climatiche che hanno incentivato anche la piccola produzione per l’autoconsumo e la presenza di aziende familiari. Alcune nel tempo si sono consolidate fino a diventare vere e proprie imprese.
Interessante per la valorizzazione dei vini tipici del Lazio è la presenza delle cantine sociali, che hanno aiutato l’unione di più agricoltori compiendo un processo di ammodernamento che non sarebbe stato altrimenti possibile.
La superficie occupata dalla viticoltura nel Lazio è di quasi 25.000 ettari che ottengono una produzione media di circa 2 milioni di ettolitri di vino laziale.
La maggior parte della produzione riguarda i vini bianchi laziali (76%), in minor parte rosso e i rosato (24%). Diverse etichette del territorio hanno certificazioni di indicazione geografica: sono presenti 3 DOCG Lazio, 27 vini DOC Lazio e 6 IGT.
Nell’articolo, parleremo dei più importanti vini tipici del Lazio. Sei pronto a scoprire i vini laziali buoni per ogni occasione? 😉
I vitigni del Lazio
La metà del territorio laziale è collinare ed è proprio qui che avviene la maggior parte della viticoltura della zona.
Il terreno è in buona parte vulcanico e ciò caratterizza la produzione dei vini laziali. Inoltre la presenza dei laghi favorisce il clima ottimale per la viticoltura. Anche la zona bonificata dell’Agro Pontino, insieme alla fascia appenninica, sono zone di una certa rilevanza.
I vitigni principali utilizzati per la produzione di vini nel Lazio sono il Cesanese del Piglio, il Cesanese di Affile, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e il Syrah per quanto riguarda le uve a bacca nera.
Per le uve a bacca bianca troviamo invece il Trebbiano (Trebbiano bianco, Trebbiano Toscano e Trebbiano del Lazio), la Malvasia (Malvasia bianca di Candia, Malvasia del Lazio e Malvasia Bianca Lunga) e il Grechetto. Della Malvasia del Lazio sono presenti sul territorio tre cloni: il Bellone, il Cacchione e il Bombino bianco (chiamato anche Bonvino).
Le varietà autoctone e internazionali nel territorio laziale sono coltivate con un sistema di allevamento a spalliera proseguendo un percorso degli ultimi anni che predilige, nella produzione dei vini laziali, la qualità alla quantità. Una piccola parte ancora rimane ancorata alla classica forma a tendone.
I vini laziali DOCG
Come detto in precedenza le DOCG Lazio (Denominazioni di Origine Controllata e Garantita) sono tre:
1. Cesanese del Piglio DOCG (o Piglio)
Già nel 1973 fu riconosciuta la DOC e nel 2008 arrivò il massimo riconoscimento della DOCG.
Lo stretto legame con il territorio e con la popolazione, che ha abitato l’area, ha costruito e modificato nel tempo la tradizione della sua coltivazione e della sua vinificazione. Ciò fa del Cesanese del Piglio un’esemplare assolutamente meritevole della DOCG e un esempio per i vini laziali.
La denominazione può essere prodotta in provincia di Frosinone (comune di Piglio e Serrone, in parte il territorio di Acuto, Anagni e Paliano). Il 90% di questo vino rosso del Lazio deve essere composto da Cesanese di Affile o Cesanese comune.
La denominazione si riferisce a tre tipologie:
- CESANESE DEL PIGLIO o PIGLIO
- CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE o PIGLIO SUPERIORE
- CESANESE DEL PIGLIO SUPERIORE RISERVA, ottenuto con un invecchiamento non inferiore a 20 mesi della versione “Superiore”, di cui 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Il Cesanese del Piglio DOCG è un vino rosso del Lazio color rubino, con riflessi violacei nella versione giovane e tendente al granato se invecchiato. Questo famoso vino laziale presenta un odore tipico del vitigno stesso e risulta sul finire leggermente amaro.
2. Cannellino di Frascati DOCG
La sua zona di produzione è in provincia di Roma e comprende il comune di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e una parte del comune di Roma e Montecompatri.
Il vino prodotto deve essere composto almeno per il 70% da Malvasia Bianca Candia o Malvasia del Lazio (forse più nota come Malvasia Puntinata). Il restante può essere creato da Trebbiano Toscano, Trebbiano Giallo, Greco Bianco, Bellone o Bombino Bianco.
La maggior parte delle uve che lo compongono devono essere vitigni autoctoni del Lazio, solo in piccola percentuale possono essere introdotte altre varietà.
Stiamo parlando ovviamente di uno dei vini bianchi del Lazio più famosi, dal colore intenso giallo paglierino, dal profumo caratteristico e fruttato al palato. È equilibrato tra la lieve acidità, l’appena percettibile astringenza e la struttura del vino.
3. Frascati Superiore DOCG
La stessa zona di produzione, la terra “Tusculum” dell’epoca romana, e gli stessi vitigni del Cannellino di Frascati DOCG caratterizzano la produzione del Frascati Superiore DOCG.
Il colore di questo vino laziale è giallo paglierino. All’olfatto ha un odore intenso e può essere più o meno secco, con una buona sapidità e pastoso e morbido al palato.
Si può trovare anche nella versione “Riserva” grazie ad un periodo di maturazione di non meno di 12 mesi di cui 3 di affinamento in bottiglia.
I vini del Lazio DOC
I vini del Lazio DOC (Denominazione di Origine Controllata) sono 27 e di seguito troverai l’elenco completo in ordine alfabetico:
- Aleatico di Gradoli DOC
- Aprilia DOC
- Atina DOC
- Bianco Capena DOC
- Castelli Romani DOC
- Cerveteri DOC
- Cesanese DOC
- Cesanese di Affile DOC
- Cesanese di Olevano Romano DOC
- Circeo DOC
- Colli Albani DOC
- Colli Etruschi Viterbesi DOC
- Colli Lanuvini DOC
- Cori DOC
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone DOC
- Frascati DOC
- Genazzano DOC
- Marino DOC
- Montecompatri Colonna DOC
- Nettuno DOC
- Orvieto DOC
- Roma DOC
- Tarquinia DOC
- Terracina DOC
- Velletri DOC
- Vignanello DOC
- Zagarolo DOC
Di seguito, ti parlerò di un vino del Lazio all’epoca molto apprezzato e ad oggi un po’ ingiustamente trascurato:
EST! EST!! EST!!! di Montefiascone DOC
Il nome incuriosisce sempre e la leggenda che lo accompagna ne spiega le origini.
Essa racconta di un personaggio, probabilmente un nobile, chiamato Johannes Defuk che viaggiando con l’Imperatore Enrico V, inviò il suo servitore a precederlo nel tragitto per potergli segnalare le osterie in cui avrebbe trovato il miglior vino. Il contrassegno che il servitore doveva lasciare sulla porta delle osterie era la scritta EST (in latino “c’è”, riferendosi al vino).
Come potete ben immaginare un giorno il nobile si fermò e trovò la scritta lasciata dal suo servitore che recitava “EST! EST!! EST!!!”, entrò nell’osteria e assaggiò un vino che gli piacque così tanto da decidere di separarsi dal corteo che avrebbe raggiunto Roma e di rimanere a Montefiascone per poter continuare a berne.
Di questo vino ne esistono tre versioni:
- Est!Est!!Est!!! di Montefiascone DOC
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Classico DOC
- Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Spumante DOC
Per oltre la metà sul totale in percentuale è utilizzato il Trebbiano Toscano, in percentuale minore il Trebbiano Giallo e in piccola parte la Malvasia Bianca Lunga e la Malvasia del Lazio insieme a vitigni a bacca bianca del Lazio.
Insieme danno luce ad un vino bianco fresco (con una buona acidità) ed equilibrato con diverse sfaccettature in base alla tipologia.
I Vini Lazio IGT
Le IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche) per i vini tipici del Lazio sono 6:
- Anagni IGT
- Civitella D’Agliano IGT
- Colli Cimini IGT
- Costa Etrusco Romana IGT
- Frusinate o del Frusinate IGT
- Lazio IGT
LAZIO IGT
I vini Lazio IGT si possono trovare in varie versioni:
- Bianco
- Bianco Spumante
- Bianco Vendemmia Tardiva
- Bianco Passito
- Rosso
- Spumante
- Rosso Vendemmia Tardiva
- Rosso Passito
- Rosato
- Rosato Spumante
Questa denominazione ha voluto raggruppare le tre zone del territorio laziale: la fascia litoranea, la parte interna di origine vulcanica che si mostra collinare e l’appennino, comprendendo così tutta la regione per intero.
Abbinamenti con il vino laziale
In linea di massima, la prima cosa da fare per un buon abbinamento del vino è vedere cosa ha da offrire il territorio ma sono sempre interessanti gli accostamenti inaspettati.
Quindi partendo da un discorso regionale, non posso che consigliarti l’accompagnamento dei primi tradizionali romani come la carbonara, la cacio e pepe, la gricia o l’amatriciana con un Castelli Romani DOC, un Frascati DOC o perché no, un EST! EST!! EST!!!.
Quest’ultimo può stare bene anche con carni bianche, pesce, verdure e latticini come mozzarelle e burrate.
Con i potenti Rigatoni con la Pajata trova la giusta spinta uno dei più famosi vini rossi del Lazio, il Cesanese del Piglio DOCG. Ma si può anche optare per un Frascati Superiore DOC che con l’affinamento acquista il diritto di battersela alla pari.
Un primo che solitamente, invece di trovarsi in un menù, viene consumato alle due di notte per stanare la fame notturna, è lo spaghetto aglio e olio (o “ajo e ojo” come si dice a Roma). Non è un piatto facile da fare in realtà, ma trova facilmente l’abbinamento ideale con un Frascati DOC, Velletri DOC o Colli Albani DOC.
Anche se ti attira un pranzo veloce o un aperitivo a base di supplì e calice di vino, può essere una scelta azzeccata stappare una bottiglia di Colli Albani DOC.
Un fritto misto, vegetale e non, con tanto di fiori di zucca, animelle, baccalà e carciofi richiama il Frascati Spumante DOC (di solito prodotto con Metodo Charmat, ma si trovano anche versioni prodotte con Metodo Classico).
Secondi come una coda alla vaccinara, arrosti, selvaggina e formaggi stagionati prediligono il Cesanese del Piglio DOCG grazie alla sua struttura.
A secondi di pesce azzurro o di lago, a frittate o a verdure si abbina bene un Bianco Capena DOC, un vino bianco secco. In versione Superiore per i primi piatti con crostacei.
Con crostate di frutta o pasticceria secca ottimo l’Aleatico di Gradoli DOC che nella versione liquorosa viene abbinato anche a creme al cioccolato.
Un fine pasto con una fetta di ciambellone, delle ubriachelle (tipiche ciambelline al vino romane) o dei brutti ma buoni, conclude egregiamente un buon pasto abbinato ad un Cannellino di Frascati DOCG.
Esperienze alla scoperta del vino del Lazio
Degustare vini del Lazio sul Lago di Bracciano è un’esperienza unica!
Con Italia Delight, prima della degustazione potrai fare un tour in cantina e una passeggiata nel vigneto per scoprire la lavorazione dei vini e imparare a degustare al meglio i vini laziali.
Puoi trovare tour in cantina con il produttore anche a Frascati per degustare il celebre Frascati ed il Cannellino di Frascati DOCG:
A Piglio, invece, è possibile partecipare ad un mini corso di degustazione del Cesanese del Piglio per poterne apprezzare tutte le sfaccettature o vivere esperienze in vigna a primavera o durante la vendemmia.
In Sabina una giornata in campagna ti attende degustare i formaggi locali e visitare le più belle abbazie dei dintorni.
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