Una guida alla cucina tradizionale romagnola per gustare al meglio le tue vacanze.
Come si può intuire dal nome, l’Emilia-Romagna si compone di due regioni storico culturali diverse: l’Emilia, la zona dell’entroterra, e la Romagna, situata sulla costa. La prima, dopo la caduta dell’Impero romano, ha seguito i Longobardi ed è entrata nell’epoca comunale; mentre la seconda è stata prima possedimento dei Bizantini e poi dello Stato della Chiesa.
Le diverse vicende storiche e la vasta geografia del luogo hanno permesso di creare due tradizioni enogastronomiche distinte: la cucina emiliana, tanto ricca ed abbondante da soprannominare Bologna “la grassa”; e la cucina romagnola, più leggera e creata con ingredienti semplici, ma gustosi.
Questo articolo racconta le specialità romagnole che, favorite dal territorio, spaziano tra ricette di terra e piatti di mare. Una tradizione ricchissima che si basa proprio sui prodotti di questa terra: come il pesce azzurro, l’olio extravergine d’oliva, salumi e formaggi. Proprio questi prodotti, autentici ed indimenticabili, sono stati diffusi dai viaggiatori fuori dai confini regionali. Infatti, il grande sviluppo turistico ha permesso a sempre più persone di aprire le loro case alle specialità romagnole: la piadina, il formaggio di fossa e il sale dolce di Cervia sono solo alcuni degli unconventional souvenir più acquistati.
Infine, la Romagna è da sempre casa di personaggi indimenticabili, forse un po’ eccentrici, ma sicuramente ingegnosi. Consacrati nei film di Fellini, questi ambasciatori della cultura romagnola hanno contribuito alla sua fama odierna. Primo tra tutti: Pellegrino Artusi, il gastronomo di Forlimpopoli che riuscì a pubblicare il primo ricettario della cucina italiana promettendo ai suoi futuri acquirenti di invitarli a cena.
Lascia, quindi, che anch’io ti inviti tra le diverse province della Romagna e scopri i migliori piatti tipici romagnoli, anche street food, da provare assolutamente! 😋
I piatti tipici romagnoli più famosi
Come avrai modo di leggere, le specialità romagnole raccontano la storia e le tradizioni di questa regione, ricca di umorismo e ospitalità, dove chiunque può sentirsi a casa. Seguimi tra piadinerie, aziende agricole e trattorie ed assaggia anche tu la vera cucina tipica romagnola. 👇
1. “La pida sé parsot la pis un po’ ma tot”
Proprio come ogni antipasto che si rispetti, bisogna cominciare dal piatto tipico romagnolo numero uno: la piadina. Protetta dalla certificazione IGP, questa ricetta tipica viene chiamata semplicemente piada dai romagnoli; che la preparano sin dal tempo dei romani. A base di farina, strutto, bicarbonato e acqua, questa sorta di focaccia sottile deve essere cotta sul tradizionale testo, una piastra di pietra refrattaria.
Diversa da zona a zona, passa dal sottile e croccante sulla costa, all’essere più spessa e morbida nell’entroterra. Inoltre, nella zona del Montefeltro viene preparata la piada sfogliata, dove strati di impasto sono intervallati da sottili veli di strutto.
A Rimini la piadina è farcita tradizionalmente con sardoncini gratinati, qualche ciuffo di insalata e cipolla rossa; mentre, nell’interno, gli ottimi salumi di mora romagnola e l’accoppiata squacquerone e rucola sono i più gettonati. Nonostante queste differenze la piada è, secondo Giovanni Pascoli, il cibo nazionale dei romagnoli e, come dice il proverbio, con il prosciutto piace davvero un po’ a tutti.
2. Cassone o Crescione?
Sempre con lo stesso impasto della piada si prepara un altro piatto tipico romagnolo: il cassone. Meno conosciuta fuori regione, per via della sua natura di prodotto fresco, questa specialità romagnola viene preparata farcendo l’impasto della piadina ancora crudo. Una volta scelto il ripieno e sigillato il cassone a forma di mezzaluna, viene cotto sulla teggia, una lunga piastra di metallo di cui sono dotate tutte le piadinerie – i tipici negozi disseminati per la Romagna che preparano questa specialità-.
La cottura degli ingredienti, che avviene insieme alla pasta, permette di creare farciture sfiziose e filanti. I ripieni più diffusi sono: erbe di campo saltate in padella (il “Verde”), quattro formaggi, patate e salsiccia, salsiccia e cipolla e l’immancabile “Rosso” -pomodoro e mozzarella-.
Devi sapere che questo cibo romagnolo è da sempre fonte di dibattito: tra la riviera che lo chiama cassone, l’entroterra che insiste con il nome crescione e la Valmarecchia che mangia solo cascioni. Ma, alla fine, davanti ad una buona birra Amarcord tornano tutti pacifici. Questa bevanda, intitolata al capolavoro cinematografico di Fellini è l’abbinamento perfetto per piade e cassoni. Con le varianti principali intitolate alle protagoniste dei suoi film, la birra Amarcord è espressione di tutto l’universo romagnolo: comico, esagerato e gustoso.
3. Pasta fresca romagnola
Tra le tante specialità romagnole che distinguono la Romagna dall’Emilia, ce n’è una che sicuramente le accomuna: la pasta fresca. Infatti, l’arte di tirare la sfoglia al mattarello accomuna tutte le azdore (le governanti), romagnole ed emiliane. Alcuni dei formati più tipici sono i garganelli, maccheroni di pasta all’uovo rigati con un pettine e i curzùl, degli spaghetti rettangolari originari di Faenza.
E dei tanti ritagli di pasta sfoglia che si fa? Vengono utilizzati per produrre diverse tipologie di minestrina, ovvero la pasta da cuocere in brodo. Che siano manfrigoli (ottenuti spezzando la pasta a mano), pasta battuta (tritati al coltello), maltagliati (a forma romboidale) o grattini (ottenuti con una grattugia), queste pastine sono tipiche della cucina romagnola: una cucina che non butta via niente.
4. I passatelli
Sempre grazie alla volontà dei paesani di usare ogni ingrediente fino alla fine nacquero i passatelli. Originario del periodo papale, questo piatto tipico romagnolo è ottenuto da pangrattato, resti di Parmigiano Reggiano grattugiato, uova, noce moscata e limone. Una volta impastati, i passatelli vengono formati con uno schiacciapatate, pressandoli direttamente sopra la pentola dove deve bollire dell’ottimo brodo di carne. A seconda della consistenza dell’impasto, i passatelli potranno essere gustati anche asciutti (se l’impasto è molto duro), o in versione “stracciatella”, ovvero spezzettati (se l’impasto è più morbido). Quest’ultima è anche conosciuta come tardura romagnola o panata ed è il simbolo della cucina semplice, ma genuina.
5. Cappelletti romagnoli
Sempre a base di pasta sfoglia, i cappelletti in brodo sono il primo piatto delle feste, in particolare di quelle natalizie. Questa pasta ripiena, infatti, ha la caratteristica di riunire la famiglia, che collabora tutta insieme alla sua realizzazione. Chi tira la sfoglia, chi ritaglia i quadratini di pasta, chi dispone il ripieno e chi, infine, li chiude. La chiusura è la parte più importante di tutte, in quanto, è responsabile del nome: i cappelletti si chiamano così proprio perché ricordano dei piccoli cappelli.
Il ripieno, invece, è ciò che divide la Romagna: a base di carne nel Montefeltro e nell’imolese, solo di formaggi nella zona di Faenza e Lugo, ed un misto nel riminese. Ma alla fine, l’importante è che vengano serviti in un brodo caldo, rigorosamente di cappone.
6. Ravioli romagnoli
Altra pasta ripiena tipica della cucina tradizionale romagnola sono i ravioli. Tradizionalmente farciti con i rosolacci, le foglie di papavero anche dette rosole, che oggi sono stati quasi del tutto sostituiti dagli spinaci, amalgamati con ricotta, uova e noce moscata. Conditi con i classici burro e salvia, sono un primo piatto “all’uso di Romagna” assolutamente da provare.
7. Orecchioni romagnoli
Questo primo piatto tipico della provincia di Ravenna, simile ai ravioli, è ottenuto a partire da dischi di pasta sfoglia. Una volta scelto il ripieno, che può variare da ricotta e rosole, formaggi morbidi come stracchino e casatella, o persino zucca e patate; questi vengono chiusi a mezzaluna, creando una forma che ricorda proprio un orecchio. Per questo motivo vengono anche chiamati “urciòn” in dialetto. Sono conditi con ragù o “butì e seiva” (burro e salvia).
8. Polenta con le vongole
Tipica della zona della costa, in particolare di Rimini e Cattolica, questo piatto tipico romagnolo si prepara con dell’ottimo sugo rosso di vongole, appositamente raccolte. Infatti, questa ricetta rispecchia la tradizionale abitudine degli abitanti di andare a cercare le vongole sulla spiaggia dopo una mareggiata. Una variante di terra di questo cibo romagnolo è il sugo con olive nere appena raccolte e salsiccia. Questo piatto viene preparato durante la raccolta delle olive, durante la quale si selezionano alcune fortunate da mangiare la sera stessa. Che sia di terra o di mare, il sapore di questo piatto è uno solo: tradizione.
9. Brodetto di pesce alla romagnola
Questa specialità tipica dell’Adriatico, qui in Romagna, ha una variante tutta sua. Tra le prime versioni in Italia ad usare il pomodoro, nel “brodèt ad pès” non devono mai mancare lo scorfano e la gallinella, i due protagonisti. Questo piatto tipico romagnolo è profondamente legato alla tradizione marinara della regione d’origine ed è caratterizzato, perciò, da una forte territorialità: infatti, varia da zona a zona. “Giù nelle Marche” si utilizza il San Pietro, a Fano sono vietati i molluschi e a Porto Recanati non deve mai mancare lo zafferano selvatico; mentre, “su al Nord”, il brodetto alla triestina vuole assolutamente pesci piccoli e, soprattutto, fritti. Che sia di giù o di su, una cosa mette tutti d’accordo: l’immancabile pane abbrustolito.
10. Basotti
Simili alla frittata di maccheroni, questo piatto della cucina romagnola non prevede assolutamente l’uovo. I tagliolini -fatti in casa, ovviamente- vengono prima sbollentati in un brodo di carne, amalgamati a strutto, Parmigiano Reggiano e pangrattato e, infine, cotti in forno. La tradizione cesenate vuole che siano serviti direttamente dalla teglia, croccanti e appena sfornati.
11. Spianata romagnola
Tra i prodotti da forno della cucina romagnola non si può dimenticare la spianata. A base di farina, olio, acqua, lievito e un goccio di latte, questa focaccia viene prodotta in ogni forno della Romagna e non solo: infatti, ha persino una sorella sarda. Nonostante una sia rotonda (la sarda) e una rettangolare e schiacciata, in Romagna, questa focaccia prende proprio il nome dal procedimento, che la vuole ben stesa – “spianata”- su tutta la teglia. Condita con abbondante rosmarino e sale grosso, questa specialità romagnola è la merenda che ogni bambino sogna. Ottima con po’ di mortadella IGP di Bologna per i tuoi panini da portare al mare!
12. Coniglio in porchetta alla romagnola e carne in umido
Passando ai secondi piatti romagnoli, il coniglio in porchetta è una delle specialità che più si prepara per i pranzi domenicali. Disossato, avvolto con aglio e finocchio selvatico, viene arrostito in forno fino a diventare dorato e croccante. La sua bontà lascia, sicuramente, spazio alla sua variante in umido, cotta in padella e preparata in rosso, con il sugo di pomodoro.
Altra carne molto apprezzata nei giorni di festa è la faraona, cucinata prima in padella e poi rifinita in forno: una vera prelibatezza. Infine, queste carni si abbinano perfettamente con un buon Sangiovese, per le carni leggere, o con un Sangiovese Superiore, per i sapori più forti.
13. Poveracce
Il nome di questo particolare tipo di vongole risale all’antica credenza che tutto ciò che venisse dal mare fosse da ritenersi “povero“, perché alla portata di tutti. Tuttavia, questi molluschi, di “povero” non hanno proprio niente. Ricche di carne, riescono a sprigionare tutto il loro sapore se cucinate alla marinara: in un tegame con solo olio, aglio e prezzemolo. Sono perfette con un bicchiere di Rebola.
14. Gli uomini nudi
Per quanto inopportuno possa suonare, questo è il nome tipico che i bianchetti hanno qui in Romagna. Questi pesciolini, caratterizzati dalla loro trasparenza, sembrano essere proprio “nudi” e i romagnoli non potevano farsi sfuggire questa opportunità di strappare una risata al resto d’Italia. Leggermente infarinati, i bianchetti vengono fritti in abbondante olio caldo, creando delle ottime frittelle. Un fritto di pesce diverso dal solito, assolutamente da provare!
15. Castrato romagnolo
La carne di castrato è uno dei piatti tipici romagnoli che meglio marcano la distinzione dalla sorella emiliana. Mentre l’Emilia si è dedicata all’allevamento di suini sotto il regno longobardo, la Romagna si è mantenuta fedele alla tradizione latina: l’allevamento ovino. I tagli più diffusi sono le costolette, la sella e il cosciotto, preparati alla griglia o arrosto.
E ora ai dolci, la parte migliore della cucina romagnola!
16. Ciambella romagnola (brazadela)
Immaginando una ciambella pensi che debba essere per forza col buco? Mi dispiace, ma non è sempre così. Infatti, la ciambella romagnola è l’unica in Italia ad avere una forma completamente diversa: è simile a un filone di pane. A base di uova, burro (anche strutto in alcune zone), zucchero, latte, farina e lievito, viene decorata con i classici zuccherini e tagliata a fette, rigorosamente oblique.
Può essere farcita con uvetta, cioccolato, frutta secca e quant’altro, ma a non dover mai mancare è un buon bicchiere di vino rosso, dove intingere la ciambella. Potrai assaggiarla con il Sangiovese classico, quello usato per il pasto, ma per un’esperienza davvero autentica provala con la Cagnina: un vino DOC dolce della zona di Forlì-Cesena.
17. Bustrengo romagnolo
Questo pane speziato, originario della bassa Romagna, si è diversificato talmente tanto che quasi ogni borgo ha la sua ricetta. A base di farina bianca e gialla, viene arricchito con tutti gli ingredienti presenti in dispensa: scorze di agrumi, canditi, uvetta, pangrattato…
Molto simile a questo dolce è il Miacetto, un pane non lievitato a base di crusca, preparato a Cattolica nel periodo natalizio.
18. Latteruolo romagnolo
Questo delizioso flan a base di latte e vaniglia è una delle merende tradizionali che più rischia di scomparire. Preparato in passato solo nelle occasioni di festa (come il Corpus Domini), viene ostacolato nella diffusione dalla sua lunga cottura in forno: circa due ore. È presente in due versioni: foderato con la pasta matta (acqua e farina) o arricchito con il caramello, posizionato sul fondo dello stampo e utilizzato per capovolgere il dolce una volta cotto.
19. Pagnotta pasquale
Questo pane tipico dimostra che, per i romagnoli, il giorno di Pasqua è una questione seria. Preparata con strutto, uvetta, zucchero, farina e uova, questa pagnotta può essere gustata sia immersa nel caffè che accompagnata con le uova sode benedette: la tipica colazione pasquale romagnola. Inoltre, può essere abbinata a vino e salame durante l’aperitivo.
20. Le cantarelle
Probabilmente è il dolce più semplice che esista, preparato dalle nonne nei giorni in cui la dispensa era vuota. Unendo acqua e farina, fino ad ottenere una colla, questa veniva stesa sul testo della piada unto con poco olio, formando delle piccole frittelle. Una volta cotte, le cantarelle venivano bagnate d’olio -extravergine d’oliva, ovvio- e cosparse di zucchero semolato. Questi pancake romagnoli, oggi, si sono evoluti e arricchiti, includendo uova, latte, burro, mela e uvetta; ma portano ancora con sé tutto l’amore che una nonna può volere a un nipote.
21. Sabadoni
Questo “biscotto” tipico dell’alta Romagna viene preparato con una farcitura a base di castagne e saba, uno sciroppo concentrato d’uva, ottenuto a partire dal mosto. Una volta sagomati, i dolcetti, lasciati leggermente aperti per far intravedere il ripieno, vengono fritti o cotti in forno, per poi essere cosparsi di saba e zucchero a velo. Insomma, dei ravioli dolci assolutamente da provare!
22. La piada dei morti
Sembra giusto concludere come abbiamo iniziato: con la piada, ma un po’ diversa. Questo dolce tipico del periodo autunnale viene preparato in occasione della festa dei morti e consiste in una focaccia tonda, lievitata e arricchita con abbondante frutta secca. A fine cottura viene cosparsa di sciroppo o miele e rappresenta una vera delizia. Ogni anno è sempre una caccia al forno, dove comprare la migliore piada dei morti!
Eventi per gustare la cucina romagnola
Giunti alla fine di questo abbondante menù, voglio darti qualche consiglio su come conoscere al meglio le ricette tipiche romagnole. Eccoti gli eventi, le sagre e le feste di paese a cui non puoi mancare:
- “Al mèni”, un vero e proprio circo enogastronomico, montato esclusivamente sul lungomare di Rimini a inizio giugno per far conoscere a tutti le specialità della cucina romagnola;
- La fiera dei becchi, anche chiamata “dei cornuti”, è un vero raduno di piatti tipici romagnoli e vini locali, situato nella pittoresca Santarcangelo di Romagna. Qui, viene appeso sotto l’arco romano un paio di corna che, se si muove al passaggio di qualcuno, dovrebbe indicare la sfortuna di quella persona in amore: nonostante ciò, questo oracolo è una vera attrazione;
- La sagra della pappardella al cinghiale di Gemmano, organizzata a metà agosto nello storico borgo;
- La sagra del tartufo di Dovadola, tenuta gli ultimi due weekend di ottobre e famosa per le sue tagliatelle.
Se c’è una cosa che in Romagna non manca mai è una “scusa” per mangiare. Infatti, questi sono solo alcuni dei tanti eventi organizzati ed il calendario regionale è cosparso di sagre ed eventi gastronomici per tutto l’anno. Una sola cosa non cambia mai: l’amore per la cucina romagnola.
E ora che sai che questa terra non è solo mare e movida, non mi resta che augurarti un buon viaggio attraverso la cucina romagnola. Ricordati anche, che con Italia Delight hai la possibilità di prenotare la vacanza che più fa per te, ricca di degustazioni, corsi di cucina ed esperienze indimenticabili. Parti subito e scopri tutti i piatti tipici romagnoli! 😎
Foto copertina: kentaro-komada-unsplash
Foto in evidenza: alessandro-moresco-unsplash
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